Venerdì 13 gennaio 2012, è il giorno in cui la Concordia naufraga vicino l'Isola del Giglio. L'incidente ha provocato 33 morti tra cui un sommozzatore mentre stava collaborando nella rimozione del relitto. Erano circa le 23:00 quando la nave iniziò a inclinarsi sul fianco di dritta. E subito dopo le prime ore dopo il naufragio gli inquirenti sostengono che Schettino non si trovava a bordo della nave; infatti alcuni giorni dopo il naufragio furono rese pubbliche delle telefonate in cui il capitano di fregata Gregorio De Falco ordinava al comandante Schettino di risalire a bordo della nave e di coordinare l'evacuazione dei passeggeri.

''Non pensavo di essere tanto vicino all'isola. A sbagliare fu il timoniere''. E' così che Francesco Schettino inizia il suo primo interrogatorio in aula al Teatro Moderno di Grosseto. La procura chiederà oltre vent'anni di carcere al responsabile del naufragio della Costa Concordia.

''L'avvicinamento favorì l'aspetto commerciale. La navigazione vicino l'isola si è sempre fatta. Si tratto solo di un'accostata, per questo non avvisai nessuno''. Con queste affermazioni l'ex comandante Schettino spiega, in aula, i motivi per i quali cambiò rotta, aggiungendo anche che tale rotta è stata effettuata per fare un omaggio all'isola e a Palombo, storico comandante della Costa Crociere, dopo aver controllato la carta nautica su cui era tracciata la rotta.

''O siamo dei kamikaze o mi dissero delle bugie'', in questo modo Schettino ha cercato di mettere in evidenza gli errori degli ufficiali in plancia durante la manovra. Schettino spiega inoltre di non aver sostituito il timoniere, l'indonesiano Jacob Rusli Bin, nonostante si fosse accorto dei vari errori di manovra eseguiti consecutivamente, perchè ''non immaginava di poter essere tanto vicino all'isola''.

Nel frattempo l'interrogatorio prosegue con le immagini riguardo le schermate sulla rotta della Costa Concordia e l'ascolto dell'audio tratto dalla ''scatola nera'' con alcune frasi intercettate in plancia di comando.