Il comandante della Costa Concordia torna in aula a Grosseto nel processo che lo vede come principale imputato per il naufragio dell'Isola del Giglio del 13 gennaio di quasi tre anni fa in cui hanno perso la vita 32 persone e più di 100 sono rimaste ferite. La procura fa sapere di voler chiedere più di 20 anni di carcere per Schettino.

Alle domande dell'accusa, trasmesse in diretta su una nota televisione privata, seguono numerose rivelazioni dell'ex comandante che tenta subito di spiegare il perchè quel giorno si trovava così vicino alla costa.

Dice di aver chiesto all'ufficiale di turno di avvisarlo quando sarebbero arrivati a cinque o sei miglia dal porto dell'Isola. Poi è andato ad un tavolo del ristorante che si era fatto riservare. Erano le 20,30 circa.

Ed è successo così. Tornado in plancia di comando nessuno lo avvisò del potenziale pericolo. "Se qualcuno avesse avuto accuratezza" dice Schettino "qualcuno degli ufficiali mi avrebbe dovuto dire: Comandante, siamo sugli scogli!". Ma, secondo quanto testimoniato dall'ex comandante, a compiere lo sbaglio decisivo fu il timoniere indonesiano della Costa Concordia, che forse a causa della sua scarsa conoscenza della lingua, non seguì l'ordine di virare immediatamente lanciato qualche secondo prima dell'incidente.

E, riguardo le sue responsabilità, Schettino ribadisce di non aver avvisato nessuno dell'intenzione di avvicinarsi all'isola, semplicemente perchè "il comandante della nave ha la facoltà di tracciare la rotta" e l'inchino fu fatto non per chissà quale omaggio alla accompagnatrice moldava Domnica Cemortan, come raccontano i giornali, ma esclusivamente per "scopi commerciali".

"Volevo prendere tre piccioni con una fava", aggiunge Schettino: favorire l'aspetto commerciale della Costa, omaggiare l'ex capitano in pensione Palombo che stava all'Isola del Giglio e fare un omaggio al maitre Tievoli che stava in plancia di comando.

Sull'errore del timoniere infine rivela "non immaginavo che fossimo in quel punto così vicini all'isola del Giglio, altrimenti l'avrei sostituito". Dunque l'ex comandante sapeva dell'inesperienza dell'indonesiano Jacob Rusli Bin. E conclude con un inquietante particolare: "Mi era capitata una cosa simile a Malta" .