Una relazione della commissione Intelligence del Senato degli Stati Uniti d'America ha denunciato l'inefficacia del programma di interrogatori brutali portato avanti dalla CIA per spremere informazioni dai detenuti sospetti dopo gli attentati terroristici dell'11 Settembre 2001. Il programma CIA, che come ribadisce il rapporto del Senato, ha ingannato la Casa Bianca, è durato dal 2002 al 2006 e ha visto l'uso della tortura sui prigionieri, detenuti in vari centri segreti dell'intelligence statunitense situati in vari paesi, tra cui Afghanistan, Polonia, Romania e Thailandia.



In particolare, è scritto nella relazione, i metodi usati dalla CIA sono stati molto più brutali di come erano stati presentati al pubblico o alle istituzioni politiche e governative, e includono casi di vera e propria ferocia nei confronti dei detenuti. Si fa riferimento al caso di un prigioniero, morto nel novembre 2002 per ipotermia dopo essere stato tenuto parzialmente nudo ed incatenato ad un pavimento di cemento.

Poi ci sono state persone che sono stati private ​​del sonno per 180 ore, con le mani incatenate sopra le loro teste e sono stati anche registrati casi di "alimentazione rettale" o "idratazione rettale" senza alcuna richiesta medica. In una prigione i detenuti sono stati tenuti prigionieri nel buio totale, bombardati con un rumore continuo fino a farli impazzire.

Ottantatrè sono poi stati i casi documentati di waterboarding, metodo di tortura con cui si simulava l'annegamento facendo soffrire alla vittima pene dolorosissime. Tra questi c'è stato anche il caso di un prigioniero che stava per morire.

La CIA e alcuni esponenti del Partito repubblicano hanno respinto i risultati, portati avanti da una commissione formata da democratici in uno studio durato 5 anni, dicendo che gli interrogatori hanno rivelato informazioni molto utili. Il rapporto di più di 500 pagine sostiene però la tesi contraria. La maggior parte dei condannati ha dato informazioni false, spaventati dai brutali metodi di coercizione.