L'immenso clamore mediatico per il terribile omicidio del piccolo Loris Stival, ha accantonato almeno per ora gli altri casi di cronaca che ad oggi appaiono ancora irrisolti. È questo il caso di Yara Gambirasio per la quale è stato arrestato Massimo Bossetti, il muratore di Mapello inchiodato dalla prova del DNA. Nonostante Bossetti continui a dichiararsi innocente sostenuto (almeno apparentemente) dalla sua famiglia, sembra che i suoi avvocati difensori non ne siano più così certi, soprattutto da quanto assieme alla prova del DNA hanno visto apparire la foto del furgone di Massimo a pochi metri dalla casa di Yara e proprio nell'ora della sua definitiva sparizione.
Da qui la scelta di uno dei due legali di rimettere il mandato.
Yara Gambirasio, news del 9/11: l'avvocato Silvia Gazzetti lascia il caso per il bene del proprio cliente
La difesa di Massimo Bossetti era già balzata alle cronache qualche giorno fa quando si era scagliata contro la Procura di Bergamo, accusata di utilizzare atteggiamenti persecutori nei confronti di colui che al momento risulta essere l'unico indiziato sulla morte di Yara Gambirasio. Per questo Silvia Gazzetti e il suo collega Claudio Salvagni avevano chiesto a Massimo Bossetti di avvalersi della facoltà di non rispondere nel corso dell'ultimo interrogatorio.
Ma successivamente qualcosa deve essere accaduto per spingere proprio l'avvocato Silvia Gazzetti a rimettere il mandato solo due giorni fa.
Il legale ha affermato di avere preso questa decisione per il bene del proprio assistito e non pensando solamente al clamore mediatico del caso di Yara Gambirasio. Probabilmente, la scelta è stata fatta a causa di differenti vedute sul metodi da utilizzare con il collega Claudio Salvagni. Pare che la Gazzetti avrebbe preferito la pista della confessione (che a questo punto sembra confermare la colpevolezza di Massimo Bossetti) per evitare che il muratore di Mapello possa essere condannato all'ergastolo. Meno rassegnato appare invece l'avvocato Claudio Salvagni deciso ancora nel portare avanti la tesi dell'innocenza nonostante pendano nei confronti del Bossetti indizi schiaccianti di colpevolezza.