Oggi, 11 gennaio, a Parigi è ancora alta la tensione determinata dagli avvenimenti degli ultimi giorni. Ci sono state nuove segnalazioni di spari in varie parti della città ma non si è verificato nessun nuovo attacco. Nella giornata di oggi domenica 11 gennaio, alle 15,00 è prevista la "marcia repubblicana" contro il terrorismo, voluta dal Presidente Hollande, alla quale parteciperanno molti leader europei e rappresentanti di molti altri paesi, tra cui: il ministro degli Esteri russo, il premier ungherese, il presidente ucraino, il ministro degli Esteri del Marocco, il presidente del Mali, il ministro degli Esteri egiziano.

Saranno presenti inoltre, il re di Giordania e la regina Rania e il primo ministro israeliano Benyamin Netanyahu.

I fatti degli ultimi tre giorni Parigini riassunti in breve -  Mercoledi 7 gennaio, ore 11,30, l'assalto al settimanale satirico "Charlie Hebdo", da parte dei fratelli Kouachi, che in poco più di cinque minuti ha fatto 12 vittime, colpevoli soltanto di professare la libertà di espressione. Armati di Kalašnikov hanno terrorizzato Parigi e la periferia nord-est per più di due giorni e impegnato un numero molto consistente di uomini delle forze armate francesi. All'uscita dalla redazione del giornale, mercoledì mattina, i fratelli Kouachi hanno ucciso un gendarme (di origine araba e di religione musulmana) a sangue freddo, requisito un'auto per la fuga, rubato ancora un'auto e sparato presso una pompa di benzina.





Venerdi 9 gennaio - I fratelli Kouachi sono stati localizzati a Dammartin- en-Goele (a 40 km circa da Parigi). Subito sono arrivati sul luogo gli uomini dei servizi speciali francesi, che dopo parecchie ore hanno avuto la meglio sui terroristi. Said e Cherif Kouachi avevano dichiarato di voler morire da "martiri". Sono stati uccisi in uno scontro a fuoco all'uscita della tipografia dove si erano rifugiati.

È salvo il 27enne responsabile della stamperia (di origine italiana), che si è salvato nascondendosi tra un ammasso di cartoni, riuscendo a comunicare via telefono, alle forze dell'ordine, quanto stava accadendo.

Intanto nel primo pomeriggio, alla periferia di Parigi, l'uomo che giovedì 8 gennaio aveva colpito e ucciso una poliziotta a Montrouge (il suo nome era Amedy Coulibaly), entra in un supermercato ebraico nel quartiere di Porte de Vincennes e tiene in ostaggio per alcune ore diverse persone.

Alle 17 scattano i blitz, contemporaneamente; anche Coulibaly viene ucciso ma sono quattro i morti tra gli ostaggi del market kosher. I tre terroristi erano legati alla stessa cellula jihadista parigina, denominata Buttes-Chaumont, il nome del parco che si trova nel XIX arrondissement, punto di ritrovo dei reclutatori di seguaci da istruire al terrorismo.



Le parole del Papa - Alle 17 del 9 gennaio si sono concluse le 54 ore di terrone vissute da Parigi e dalla Francia intera. Questo combattimento è terminato ma la guardia resta alta in Francia e in tutta Europa. Come hanno dichiarato Papa Francesco, Umberto Eco e molti altri: "Questa è una guerra" e tutta l'Europa deve essere pronta a contrastare gli attacchi che ci possiamo aspettare da questi sanguinari terroristi che nulla hanno a che fare con l'Islam moderato che si è schierato al fianco di Francia ed Europa, ripudiando gli attacchi degli ultimi giorni.