I media danno ampio spazio alle azioni terrificanti dei jihadisti. Ma non si parla o si parla pochissimo di chi li combatte. Noi lo facciamo raccontando la storia di Salman Talan, un giovane curdo di nazionalità turca che aveva ottenuto asilo politico in Italia, fuggendo da una Turchia che non perdonava chi manifestava apertamente le proprie simpatie per il Pkk di Ocalan. Trascorreva la sua vita a Trecate, in provincia di Novara, dove coabitava insieme a due dei suoi cinque fratelli e lavorava come operaio in una cooperativa. Grazie all'Italia aveva famiglia, amici e soprattutto lavoro.

I fratelli curdi

La vita tranquilla e sicura che conduceva in Italia, però, non aveva cancellato dalla sua memoria le sofferenze del popolo curdo. La guerra scatenata dall'Isis aveva fatto crescere il lui la convinzione di dover tornare nella sua terra per combattere i nuovi nemici. I suoi famigliari lo descrivono come un ragazzo ansioso per la situazione in Medio oriente e per lo stato in cui si trovava la sua gente. Forse è per questo che, qualche tempo prima, si era trasferito in Germania dove c'è una forte comunità curda, e da lì gli è stato più facile maturare la decisione di raggiungere il fronte di guerra. Rientrato nel nostro paese, aveva comunicato i suoi progetti ai suoi genitori, che avevano cercato inutilmente di convincerlo ad abbandonare i suoi propositi.

Ormai la sua attenzione era solo per la causa curda. Non aveva una fidanzata e non seguiva le partite di calcio con i suoi amici e non andava più insieme ai fratelli a passeggiare al centro di Novara. Alla fine il richiamo per la lotta del popolo curdo contro l'Isis ha prevalso e ha scelto di partire per il fronte dell'Iraq.

Tutto questo accadeva circa un anno fa. A gennaio dello scorso anno, Salman ha comprato un biglietto aereo per sola andata diretto in Turchia. Poi ha proseguito per Kandil, zona montagnosa nell'Iraq settentrionale, luoghi dove sono ubicate le basi più importanti del Pkk e, dunque, la zona dove si raccolgono militanti curdi provenienti dall'Europa.

Qui Salman ha svolto il suo addestramento al combattimento, per poi trasferirsi con la sua compagnia di guerriglieri in Siria, per fermare l'avanzata dell'Isis. Per dodici lunghi mesi nessuno riceve più notizie del giovane curdo. Poi, nel gennaio di quest'anno, ai familiari viene comunicata la notizia della sua morte. Salman, il cui nome di battaglia era Erdal Welat (la mia terra) è caduto a Sinjar in Iraq, colpito alla testa da un cecchino dell'Isis.

L'ultimo saluto

Il recupero del corpo di Salman è stato effettuato dai cugini al confine con la Turchia. Poi, dopo un lungo percorso di circa mille chilometri è giunto a Pazarcik, sua città natale nel sud della Turchia, dove è stato celebrato un pubblico funerale.

I genitori di Salman Talan risultano essere ancora in Turchia e il loro rientro in Italia sarebbe previsto tra un paio di settimane. Altri famigliari hanno fatto sapere che, nonostante il grande dolore che stanno provando per la morte di Salman, restano orgogliosi per ciò che ha fatto. Con questo articolo, vogliamo anche noi rendere omaggio a questo ragazzo che, rinunciando ad una vita tranquilla, aveva scelto di battersi per la sua terra con i suoi compatrioti contro l'Isis, quella che si sta rivelando la grande minaccia del XXI secolo alla civiltà occidentale.