Dopo l'attentato di Parigi ci si è resi conto che il terrore jihadista poteva colpire anche entro i confini dell'Europa. E gli ultimi avvenimenti in Libia espongono prima di tutto l'Italia, minacciata dall'Isis di una prossima invasione. Il califfato rappresenta davvero una minaccia alla nostra civiltà. Un pericolo che aveva avuto già il suo biglietto da visita grazie all'uso spregiudicato del web: i terroristi hanno messo e continuano a mettere immagini della loro barbarie a disposizione dei consumatori della Rete, in notevole quantità, sfuggendo ai controlli in un settore dove è difficile anche porre dei blocchi.

Un campo nel quale l'Isis ha saputo muoversi con grande abilità, inaugurando una guerra santa estremamente moderna: fondere gli atti barbarici del suo esercito che compie decapitazioni ed esecuzioni di massa e sfruttare le nuove tecnologie di comunicazione come sistema di martellante propaganda di se stessi, sia per farsi conoscere e spargere il terrore tra i propri nemici e sia per raccogliere nuovi sostenitori, per invitarli a combattere e uccidere qualunque oppositore, anche se musulmano.

La jihad del web

In questi ultimi dieci anni, la jihad si è modificata profondamente, assumendo una forma del tutto inedita che la vede meno regionale e gerarchizzata, ma organizzata in maniera parcellizzata e più pericolosa, essendo per questo in grado di colpire dovunque in qualsiasi momento.

L'uso del web ha reso molto semplice questa evoluzione, consentendo ai terroristi di farsi conoscere e diffondere, oltre i confini del Medio Oriente, la propria fede salafitico-jihadista radicale, fatta di dogmi antisemiti e anticristiani e di disseminazione di odio e violenza contro il mondo occidentale. Internet è divenuto lo strumento più usato per consentire alle reti jihadiste di mettersi in contatto tra di loro e per reclutare nuovi aspiranti jihadisti.

Sempre il web è divenuto la fonte inesauribile per raccogliere informazioni sui propri nemici e per conoscere le istruzioni necessarie per imparare a costruire e usare armi e ordigni di uso convenzionale.

In pratica il web è lo spazio dove il terrorismo parcellizzato si incrocia e si espande ancor di più. L'Europa si trova a fronteggiare un terrorismo di provenienza Al Qaeda e di Al Baghdadi, composto da cellule sicuramente coordinate, ma autonome che possono colpirci dovunque.

Perché ogni cellula non prende ordini da nessuno e sceglie quando agire per colpire. Da notare che alcuni si muovono singolarmente e si chiamano "lupi solitari". Questa gestione del web ha fatto capire come questi gruppi fondamentalisti islamici abbiano capito l'importanza di questo strumento nelle loro strategie volte ad assicurare la diffusione delle loro ideologie e il reclutamento di nuovi militanti, foreign fighters e finanziatori.

Per questa azione comunicativa, l'Isis utilizza propri siti web per diffondere i video riguardanti sanguinose operazioni jihadiste, farneticanti dichiarazioni politiche e aberranti "fatwa" religiose. A queste si aggiungono numerose pubblicazioni on line, interviste e messaggi di scrittori collegati al mondo jihadista che utilizzano i moderni mezzi di comunicazione informatica per pubblicizzare la jihad, dando origine a minacciose discussioni sull'argomento all'interno di forum, blog, social network e altri canali di divulgazione.