Ettore Majorana, il fisico e matematico catanese scomparso misteriosamente nel 1938, per la procura di Roma, dal 1955 al 1959 era vivo e si trovava in Venezuela. Aveva collaborato col gruppo di Enrico Fermi, quello di via Panisperna, che portò alla costruzione della pila atomica. Einstein di lui diceva "uno dei più forti ingegni del nostro tempo e la promessa di ulteriori conquiste. Un genio all'altezza di Newton e Galileo."

Non ci riuscì neanche Benito Mussolini a ritrovarlo. Del suo caso si interessò personalmente, con una ricchissima ricompensa da 30mila lire per chiunque avesse dato informazioni sulla vicenda, soldi che purtroppo non sono stati dati a nessuno perché nessuno aveva avuto notizie giuste.

Pare però ci siano riusciti gli investigatori dei carabinieri dopo 80 anni, in seguito all'apertura da parte della magistratura di un fascicolo sulla sua scomparsa, nel 2011, e pare sia stato riconosciuto in un uomo un po' malridotto, invecchiato precocemente che tra il 55 ed il 59 si aggirava per le strade di Valencia, in Venezuela, che spacciandosi per il signor Bini, era proprio Ettore Majorana.

In quell'epoca dunque, il fisico catanese scomparso il 27 marzo 1938 su un piroscafo in partenza da Palermo e diretto a Napoli, era vivo. È stata una foto a rivelare la verità, una foto che un meccanico italiano di nome Francesco Fasani, immigrato proprio a Valencia, forse l'unico all'epoca a conoscere la verità, chiese di fare assieme a quell'amico schivo, abituato a rifiutare gli incontri con gli italiani ma che si faceva prestare soldi per sopravvivere.

I moderni software di riconoscimento facciale hanno confrontato i tratti somatici dell'uomo nella foto con quelli delle foto ufficiali del fisico e del padre, e sono apparsi pienamente sovrapponibili.

A quei tempi si parlò di un possibile rapimento effettuato dai servizi segreti dell'epoca per contendersi la sua geniale mente.

Servizi segreti di dubbia provenienza, perfino russa, e qualcuno ipotizzò il suicidio, che si fosse gettato in mare dal piroscafo. Niente di tutto questo, forse altro, ipotizzano gli inquirenti, forse per il fatto che quegli studi così impegnativi sull'atomica avrebbero magari potuto portare a qualche sorpresa incontrollata.

Da qui forse la necessità di scappare via per far pace con la propria coscienza, prima in Argentina e poi in Venezuela, a vivere di stenti, per espiare.

Ma perché era scomparso? Si pensa che la sua mente intelligentissima ma complicata avesse capito che le ricerche sull'atomo avrebbero portato alla costruzione di un'arma di distruzione di massa. Altri pensarono addirittura fosse andato in Germania per la costruzione della stessa misteriosa atomica nazista. L'ultima leggenda invece racconta di un suo impegno nella costruzione di un fantomatico generatore di energia gratuita, o free energy, ideato dal prof. Clementel. Per ora il mistero sembra essere solo all'inizio del suo chiarimento. Ancora molti tasselli dovranno combaciare nel puzzle.