Le ultime novità al 21 aprile 2015 circa il caso della tragica morte della tredicenne di Brembate Yara Gambirasio, appassionata di ginnastica ritmica, riguardano alcune importanti parole di suo padre che, pur devastato dal dolore, disse agli inquirenti e precisamente ai militari dell'Arma di Bergamo di avere notato un furgone in via Rampinelli a circa 150 metri dall'abitazione dei Gambirasio.

Ricordiamo che la casa dista solo 600 metri circa dalla palestra dove la giovane era solita allenarsi eppure quei 600 metri le sono stati fatali. Fulvio Gambirasio pensò istintivamente alla figlia Yara, visto che il furgone andava proprio in quella direzione, verso la strada che la giovane avrebbe percorso per rincasare.

È proprio per questa immediata "associazione mentale" che il padre ricorda quel momento. L'uomo fu poi avvisato dalla moglie Maura che la loro figlia non si trovava più e a nulla erano servite le prime ricerche nella zona della palestra.



Era il giorno 27 novembre del 2010 quando Fulvio Gambirasio disse queste cose e cioè il giorno successivo alla misteriosa scomparsa della giovane. Si trattava del medesimo mezzo in uso a Massimo Giuseppe Bossetti, ripreso dalla videocamere presenti nella zona? Non si può affermare con certezza. Il furgone del carpentiere di Mapello è un Iveco Daily. Yara Gambirasio morì dopo essere stata abbandonata nel campo di Chignolo dopo essere stata ferita con armi da taglio per motivi rimasti ignoti.

Senza l'esame del dna non sarebbe stato possibile risalire a Bossetti, che si trova ancora in carcere. L'uomo tuttavia continua a professarsi innocente, incassando il sostegno della moglie che tuttavia nei suoi colloqui in carcere - secondo alcune intercettazioni ambientali - ha manifestato alcuni dubbi su quello che davvero fece quella sera Massimo Bossetti.

In una lettera aperta pubblicata dal quotidiano "Il Giorno" Bossetti si è recentemente dichiarato innocente, facendo notare la durezza della vita in carcere e la sua preoccupazione per i familiari.

Yara Gambirasio era nata il 21 maggio 1997. Oggi avrebbe 18 anni. Il 26 novembre 2010 il suo cellulare venne "agganciato" dalla cella di Mapello, alle ore 18:44.

Mapello dista 3 chilometri circa da Brembate. Poi il segnale è scomparso. Il 5 dicembre 2010 fu indagato un manovale di nazionalità marocchina di nome Mohammed Fikri, incriminato a causa di un'intercettazione telefonica ambientale nella sua lingua rivelatasi poi infondata a causa di una traduzione errata. I sospetti si concentrarono infine sulla figura di Bossetti, che sul pc effettuava ricerche con parole chiave come "tredicenni rosse".