Arriva proprio in questi giorni una nuova sconcertante rivelazione inerente la morte del principe del terrore Osama Bin Laden, ex capo e fondatore del gruppo terroristico Al Qaeda, struttura con ramificazioni in tutto il mondo collegata col Fronte Al-Nusra, che sta cercando di conquistare la Siria. Nel corso di un'intervista rilasciata alla televisione privata Geo News, il generale Hameed Gul, ex capo dei servizi segreti pakistani, dichiara che il terrorista non sarebbe stato ucciso durante il raid notturno di Abbotad ad opera dei Navy Seals americani, ma sarebbe morto per cause naturali nel 2005, e che tutta l'operazione sarebbe stata messa in piedi per permettere la rielezione del presidente Osama.

Secondo gli americani, durante il blitz delle forze speciali Usa del maggio del 2011 nel rifugio bunker di Abbotab, situato a pochi chilometri da Islamabad, i Navy Seals sorpresero lo sceicco mentre dormiva insieme con una delle sue consorti e lo uccisero. In seguito, dopo una breve funzione religiosa gettarono il suo corpo nel Mare Arabico. L'ex generale pakistano è stato accusato più volte di aver fornito aiuto al gruppo di Bin Laden e ai talebani.

La versione ufficiale degli americani

Sia gli Stati Uniti sia il Pakistan nel tempo hanno fornito versioni molto divergenti tra loro a proposito dell'operazione che ha portato alla morte Osama Bin Laden. L'ex capo della CIA Leon Panetta, dichiarò che gli americani eseguirono il blitz senza avvisare il Pakistan, per paura che i loro servizi segreti avvisassero il terrorista che avrebbe potuto fuggire.

Come riporta "il Fatto Quotidiano", le affermazioni degli americani irritarono molto il Pakistan, che per bocca dell'allora ministro degli Esteri Salman Bushid le definirono prive di fondamento, poiché il suo paese ebbe un ruolo di primo piano nella lotta al terrorismo. Inoltre, aggiunse che il compound dove si trovava la famiglia Bin Laden fu individuato proprio grazie al lavoro dell'ISI, i potenti servizi segreti pakistani, pur ammettendo che la parte più importante del lavoro fu compiuta dall'intelligence americana.

I dubbi sulla morte di Bin Laden

L'operazione che ha portato all'individuazione del rifugio del terrorista più ricercato al mondo, e la sua relativa uccisione, durante questi anni è stata contestata più volte. Il premio Pulitzer americano Seymour Hersh, ha recentemente pubblicato un intero articolo sulla London Review of Books con il quale ha affermato che il terrorista sarebbe stato già prigioniero dei pakistani già dal 2006.

Inoltre, ha dichiarato che le informazioni che hanno permesso il blitz, sarebbero state fornite agli americani dietro compenso da un ex ufficiale dei servizi segreti, che le avrebbero sfruttate per prendersi il merito dell'uccisione del leader di Al Qaeda, uomo debole e senza difese, che non ha richiesto nessuno scontro a fuoco con le forze speciali.

Oltretutto, il suo cadavere non sarebbe mai stato gettato in mare ma dato alle fiamme in Afghanistan. Naturalmente, la Casa Bianca si è affrettata a smentire vigorosamente tutte queste affermazioni, definite prive di ogni fondamento, anche se l'ex generale Hameed Gul è assolutamente convinto che presto o tardi tutta la verità verrà alla luce. A seguito della morte di Bin Laden , il terrorismo è tutt'altro che sconfitto, come lo dimostrano i numerosi attentati compiuti in varie parti del mondo.