Secondo quanto riferito dal suo legale, Silvia Fiorentino, Abdel Majid Touil, il marocchino ritenuto implicato dalle autorità tunisine nell'attentato terroristico avvenuto al museo Bardo di Tunisi, nel quale rimasero uccisi anche quattro italiani, continua con forza ad affermare la sua estraneità ai fatti, dal giorno del suo fermo avvenuto il 20 Maggio, aggiungendo di non capire come possa essere accaduto questo errore. A sostegno della sua tesi dichiara che, dal giorno del suo arrivo in Italia, avvenuto nel mese di febbraio, non si è mai allontanato dal Paese, dove è arrivato al fine di ricongiungersi con la sua famiglia, stabilmente residente a Gaggiano, in provincia di Milano.

Le dichiarazioni di Touil troverebbero numerosi riscontri e testimonianze, prima tra tutte quella di Flavia Caimi, docente dell'Istituto R. Franceschi di Trezzano sul Naviglio, la quale dichiara che, come confermato dal registro delle presenze scolastiche, il giorno precedente e quello successivo all'attentato, Touil si trovava in classe per seguire le lezioni. Anche il fratello, Abderazzak Touil, ribadisce l'estraneità del giovane marocchino ai fatti che gli sono contestati, e, durante un'intervista all'Ansa, mostra il quaderno con il quale Touil studiava la lingua italiana. Anche le indagini eseguite dalla Procura di Milano, compiute mediante verifiche sui registri dell'istituto scolastico e ascoltando i docenti della scuola, porterebbero a confermare l'estraneità del giovane all'attentato.

Le polemiche politiche

Non si placano intanto le polemiche politiche. Il ministro degli Interni Angelino Alfano, ancora nella bufera per le sue smentite, riguardo il probabile ingresso in Europa dei terroristi che sfrutterebbero i barconi mischiandosi ai clandestini e inizialmente molto soddisfatto per l'arresto, alla luce dell'evoluzione delle indagini dichiara che la polizia italiana si è solo preoccupata di eseguire un mandato di arresto internazionale, e che le indagini sono state svolte in un altro Paese.

Il sindaco di Milano, Giuliano Pisapia, critica fortemente le dichiarazioni di alcuni gruppi politici, che secondo lui sono partiti da una certa presunzione di colpevolezza. Intervenendo al convegno ANCI "Cento comuni contro le mafie", ha aggiunto che, prima di condannare definitivamente una persona, dovremmo aspettare l'esito delle indagini della Magistratura, riconfermando pienamente la sua fiducia in quella milanese.