Una perizia sul personal computer di Massimo Giuseppe Bossetti (44 anni), il muratore di Mapello accusato di aver ucciso Yara Gambirasio nel 2010, ha testimoniato che l'uomo avrebbe fatto in passato ricerche abbastanza ambigue e discutibili su foto e video pornografici con protagoniste ragazze minorenni. Un'altra, terribile rivelazione, che grava sul già pesante "curriculum nero" del Bossetti. Una scoperta da parte delle forze dell'ordine, che ad ogni modo, prova in maniera abbastanza chiara, l'interesse dell'uomo nei confronti di ragazzine come Yara.
Intanto i giudici hanno dichiarato per la settima volta che il muratore deve rimanere in carcere, in quanto soggetto pericoloso, che se messo in libertà, potrebbe tornare ad uccidere.
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Bossetti, da quello che hanno rivelato le ultime indagini, avrebbe svolto ricerche anche sulla sua giovane vittima, Yara, una ragazzina solare, promessa della ginnastica ritmica, la cui vita fu stroncata il 26 Novembre di 5 anni fa, in modo crudele, barbaro e brutale. Massimo Bossetti avrebbe infatti cercato notizie su alcuni siti internet di informazione, riguardanti il caso della Gambirasio. Probabilmente, nel caso in cui egli fosse il colpevole, come molti pensano, con tanto di prove alla mano, l'uomo voleva tenersi aggiornato sugli ultimi sviluppi del caso.
Intanto, secondo le ultime notizie arrivate, il muratore avrebbe tentato di suicidarsi in carcere, dove si trova tuttora. Notizie dell'ultima ora, che necessitano però di ulteriori approfondimenti.
Secondo quanto fatto trapelare dal TG5 delle ore 13:00 di oggi 22/07/2015, l'uomo avrebbe tentato di uccidersi, impiccandosi con una cintura.
Il pubblico ministero, al momento, non è stato avvertito ancora di nulla, mentre l'avvocato del Bossetti, ha confermato il tentato suicidio del suo assistito.
Navigazioni inquietanti sul web
Tornando alle illecite ricerche web a sfondo pedopornografico riguardanti il Bossetti, come si legge sull'ultimo numero del settimanale Giallo (nell'articolo di Roberto Vergani), la moglie Marita Comi (40 anni) ed i figli del 44enne non sarebbero stati in casa, mentre quest'ultimo navigava nelle "acque" più torbide ed illegali del mondo digitale.
Massimo Bossetti avrebbe fatto le sue ricerche tramite il suo piccolo computer portatile di marca Toshiba (detto anche notebook), ora sequestrato dagli inquirenti. In verità, è d'uopo dire, che a casa del muratore di Mapello, vi era un secondo pc, da tavolo, anche questo requisito ed ora al vaglio delle forze dell'ordine per ulteriori ed approfonditi esami. Va inoltre ricordato che il presunto killer di Yara è al momento assistito da ben due legali: l'avvocato Claudio Salvagni, al quale la Cassazione ha respinto la richiesta di scarcerazione riguardo il suo cliente, e l'avvocato Paolo Camporini.