La Legge è uguale per tutti ma non tutti sono uguali per la Legge?E' il quesito che si pone in questi giorni la gente sui vari Social Network dove le notizie volano veloci come il vento ma mai nulla viene dimenticato.
L'omicidio della donna
Era il il 27 giugno 2012 e Roberto Colombo, apprezzato medico e primario dell'ospedale di Gravedona, massacrò con inaudita crudeltà la moglie Stefania Cancelliere frantumandole la scatola cranica inferendole ben ottanta colpi di mattarello. La donna, dopo le prime bastonate e già grondante di sangue, aveva cercato di fuggire in strada con in braccio il figlio di due anni, ma il marito l’aveva rincorsa e aveva continuato a sferrarle botte nell’atrio del palazzo riducendola in fin di vita.
Gli altri due bimbi, una femmina di 5 anni e un maschio di 7, erano fuggiti chiedendo soccorso e aiuto ai vicini di casa, ma la loro mamma non ce l'aveva fatta: dopo sedici ore all'ospedale, era già passata a miglior vita.
La sorprendente sentenza e la particolare tenuità della pena inflitta
L'uomo poi, dopo solo un mese di carcere, venne trasferito in una casa di cura in regime di arresti domiciliari, e nonostante fosse accusato di omicidio aggravato, il giudice, oltre a riconoscere a Colombo le attenuanti generiche, ha fatto "cadere" l'aggravante della crudeltà e delle sevizie. Una condanna già di per sé non equa di 17 anni grazie al rito abbreviato. E' di oggi la notizia che quell'omicidio così feroce e considerato alla stregua di un furto di banane, da una bizzarra Giustizia, quella che ha "Le ali ai piedi e la benda sugli occhi", non è stato propriamente dimenticato.
Il fratello della vittima, l'avvocato Livio Cancelliere, sta raccogliendo firme da inviare al Ministro della Giustizia affinché l'ex cognato sconti la pena in carcere. Fa specie che dopo soli tre anni passati, neanche in una casa circondariale, bensì in una casa di cura in Liguria, l'omicida, dallo scorso 27 luglio, abbia goduto di diversi privilegi: i domiciliari a casa della madre e la possibilità di pubblicare via YouTube un video auto indulgente in cui confuta, senza pudicizia alcuna, le tesi accusatorie a lui rivolte.
E' indubbia e lampante la violazione dei divieti di comunicazione con l'esterno imposti dalla misura cautelare.
Le reazioni del fratello e la paura per l'incolumità dei bambini
Il fratello di Stefania ha recentemente rilasciato un'intervista da cui estrapoliamo un sunto: "E' già una settimana che l'omicida di mia sorella è agli arresti domiciliari a casa della madre.
Questo ci fa male e ci spaventa. Ci fa male perché, in questi tre anni trascorsi in una casa di cura, Colombo non solo non si è pentito, ma ha mostrato livore e aggressività nei nostri confronti, come è evidente dal video pubblicato su YouTube. Ci spaventa perché adesso Colombo, in qualsiasi momento, potrebbe evadere e fare del male a noi e ai bambini di Stefania. Al dolore si somma il timore per la nostra incolumità".
Tutte le informazioni sulla vicenda e a possibilità di firmare on line la petizione, si possono reperire sulla pagina Facebook dedicata alla vittima. Giustizia per Stefania Cancelliere. Si chiede solo che il folle attenda la sentenza definitiva in carcere e che non goda di favori illegittimi.