L'Ue accusa l’Italia di non aver identificato almeno 63 mila migranti (su 92 mila accolti ne sarebbero stati registrati solo circa 29 mila) che, entrati nel nostro territorio a partire da gennaio di quest’anno, sarebbero poi finiti in Francia o in Germania. La Commissione Ue ha preteso ufficialmente dal governo italiano di far luce su quanto è accaduto ai migranti che mancano all’appello, precisando che la mancata identificazione e la successiva sparizione delle suddette persone rappresenta una grave inadempienza da parte del nostro Paese.

Chiarezza in vista del vertice Ue del 14 settembre

L’Ue sta diventando intransigente su questioni che riguardano i controlli e le identificazioni dei migranti anche perché, se si vogliono convincere tutti i Paesi membri a dare un contributo serio alla gestione di questo immane esodo di disperati, le grandi nazioni come l’Italia devono dare il buon esempio.

Il nostro Paese dovrà chiarire questa grave mancanza entro il 10 settembre, anche perché due giorni prima la Commissione Ue stabilirà delle nuove regole per controllare i flussi migratori, in vista del vertice straordinario dei ministri degli Interni della Ue che si terrà il 14 di questo stesso mese.

Tensione e disordini a Budapest, in Ungheria

Il vicepremier ungherese Janos Lazar ha accusato apertamente la cancelliera tedesca Merkel di essere responsabile del caos che sta avvenendo davanti alla stazione Keleti, a Budapest (la cancelliera aveva annunciato l’apertura delle frontiere a tutti i siriani), dove almeno 1500 migranti vorrebbero salire sui treni e raggiungere la Germania per poter essere riconosciuti profughi lì (e questo perché, in base al trattato di Dublino, chi è riconosciuto profugo in una nazione è obbligato poi a rimanerci).

La tensione in Ungheria tra governo di destra e migranti, già molto alta nei giorni scorsi, è ora aumentata e rischia di esplodere in gravi disordini, che farebbero degenerare, forse in maniera irreversibile, una situazione già al limite. Il governo ungherese ha annunciato che invierà 3500 soldati al confine meridionale in sostegno alla polizia, ma si tratta di soldati che, a detta del vicepremier Lazar, “non potranno aprire il fuoco”.