Non era certo una novità per l'anziano l'essere provocato da giovani mentre si muoveva per le vie di Padova in bici. Da cinque mesi a questa parte, infatti, su Facebook si sono moltiplicati video con Giuseppe Polito come protagonista, nei quali viene preso di mira ed apostrofato in vari modi: la reazione dell'uomo è sempre immediata, brandendo la catena della bici e urlando insulti rivolti verso la divinità e le persone. La pagina Facebook, ora rimossa, aveva anche soprannominato l'anziano "Cancaroman", a causa degli epiteti blasfemi con cui l'uomo reagiva alle provocazioni e pubblicava quasi quotidianamente video in cui si vedeva la vittimadelle derisioni.
Il canovaccio era sempre lo stesso: avvistato l'uomo, sempre visibile per via del giubbotto catarifrangente che utilizza per spostarsi in bicicletta, ragazzi in macchina si avvicinavano per urlargli, fra l'altro, l'espressione "maometto". La reazione veemente non si faceva attendere e per questo la scenetta era diventata quasi quotidiana.
La risposta violenta dell'uomo
Non deve certo stupire, dunque, se mercoledì 16 settembre l'uomo, vittima dell'ennesimo sopruso, ha reagito danneggiando vetri e carrozzeria di una macchina, su cui viaggiavano i soliti "buontemponi". Fortunatamente nessuno è rimasto ferito e il tutto si è risolto con qualche danno alla macchina e rallentamento del traffico. All'arrivo dei carabinieri "Cancaroman" ha raccontato tutta la storia ed esposto denuncia verso le pagine Facebookche sfruttavano ed acuivano il suo problema, ora rimosse per intervento della polizia postale.
Si attendono ulteriori sviluppi giudiziari.
Utilizzo improprio dei social
Questa vicenda desta sicuramente sdegno per come un pacifico individuo possa venire continuamente molestato solo per scatenare l'ilare reazione dei cosiddetti followers e, allo stesso tempo, può far riflettere sulla portata dei social media come Facebook e Twitter, che se usati in maniera sconsiderata possono causare gravi e pesanti disagi ai nostri consociati.
La vicenda avrà probabilmente un'eco in tribunale, per accertare le eventuali responsabiltà dell'anziano per danneggiamento e dei gestori della pagina Facebook per il ruolo avuto nelle persecuzioni subite dall'anziano. Certo è che i social network andrebbero usati con maggiore assennatezza, per evitare certe conseguenze (per esempio, querela per diffamazione)che potevano essere ben più gravi.