La Tecnologia inizia a trasformare lentamente il modo di comunicare fra persone, eliminando l'uso degli sms e delle stesse chiamate vocali con l'avvento nel 1997 del primo sito web SixDegres.comlanciato nell'etere dall'americano Ellison; a questi seguono nel 2003 Ryze,Friendster e Myspaceallo scopo di mettere in contatto la comunità in assoluta libertà e forma di pensiero a cui si aggiungeLinkedin,cui scopo era l'orientamento lavorativo e le relazioni utili alla carriera. Ma la vera rivoluzione-evoluzionenasce nel 2004 con il nome diFacebookcreato dalla mente geniale del diciannovenne fondatoreMark Zuckerberginsieme ad altri suoi quattro amici e colleghi di università, allo scopo di mettere in contatto le persone aventi reali profili, che si conoscevano o che si potevano rincontrare a distanza di anni grazie all'aggiungersi delle applicazioni foto, il tagging e il news feed.

L'uso deiSocial Network e del loro scopo finale

Ma siamo sicuri di aver capito il reale scopo dei social network apparentemente gratuiti per noi? No! Non siamo certi di questo, ma pur dubitando della purezza de 'il fine giustifica i mezzi', continuiamo a riversare ogni capitolo della nostra vita all'interno di un gigantesco contenitore vorace d'informazioni pronte ad esplodere e a tenerci sotto controllo. Pensieri, delusioni, reconditi desideri e inimmaginabili piaceri; la nostra rabbia, la passione per uno schieramento politico o altro iter pragmaticamente finalizzato diventano la nostra unica esigenza, il sogno di appartenere al mondo. Ma tutto questo non ci basta e affrontiamo l'imprescindibile aggiungendoci a tutti i social network nascenti,figli di un credo o di una imperitura giustizia del fai da te.

Social dell'anziano, comunità per una realtà virtuale, per i bambini, per unirsi da ipotetici compagni che praticano sport e a cui possiamo aggregarci, nei social network che uniscono malattie come i tumori, la leucemia, la sclerosi multipla, l'edonismo, il narcisismo, il sesso, l'orrido, l'orrore e tutto ciò che nasconde le nostre vere identità.

Zuckerberg, con luiper far parte del nuovo mondo

Zuckerberg ha comprato Whatsapp, altro dubbio ancestrale che potrebbe essere l'ennesimo sistema 'regalato' alle multinazionali con lo scopo di prelevare informazioni utili e vendere i nostri profili atti a rivoluzionare il globale business commerciale. Conversazioni, condivisioni, mi piace, inviti, foto e filmati; tutto viene decodificato e inserito in una secret listallegata alla nostra immagine utente.

Ed è grazie a questo che ci troviamo nel globale 'assenso-consenso' di un ignaro destinatario a cui ci siamo venduti senza un prezzo finale. Ecco perché spesso ci chiediamo da dove arriva tutta la pubblicità che invade la nostra posta elettronica che in un giro continuo e insistente ricade su nostre precise interrogazioni fatte e rese involontariamente. Ma non basta; a tutto questo s'aggiunge la beffa tecnologica del furto, perché lo sguardo invisibile della rete diventa visibile per chi attenta con sagace pazienza all'occasione d'impossessarsi dei nostri beni materiali; difatti i 78% dei ladri usa i social network per pianificare i furti. Quindi non rimane che restare vigili e accorti quando pubblichiamo la nostra felicità mentre siamo lontani e lasciamo aperti i nostri 'cancelli', perché sì, la tecnologia ci ha resi importanti agli occhi del mondo ma ci ha reso facili prede della sua stessa ignobile e invisibile frode.