Il caso legato al duplice omicidio di Trifone Ragone e di Teresa Costanza si arricchisce di nuovi e misteriosi particolari che dovranno essere chiariti nelle prossime ore dagli inquirenti: al centro delle indagini, in qualità di unico indagato, c'è l'amico del militare ucciso, Giosuè Ruotolo.
Le novità di oggi, giovedì 15 ottobre 2015, riguardano, in particolar modo, le dichiarazioni che rilasciarono ai carabinieri lo stesso Ruotolo e i due amici coinquilini che abitavano con lui in via Colombo, la sera stessa del duplice assassinio. Riepiloghiamo cosa accadde quella sera.
Omicidio Trifone e Teresa: Ruotolo voleva costruirsi un alibi?
La tragica sera del 17 marzo, Giosuè Ruotolo rientra a casa per l'ora di cena e, stranamente, racconta ai suoi due amici di essersi recato alla palestra ma di non aver trovato parcheggio: per tale motivo, avrebbe optato per una corsa. Poco dopo, i tre ragazzi cominciano a ricevere dei messaggi sui rispettivi telefonini, attraverso i quali vengono poi a sapere della morte di Trifone e di Teresa. A questo punto, è d'uopo chiedersi: Ruotolo raccontò ai suoi amici cosa fece quella sera per crearsi un alibi oppure si tratta di una normale confidenza?
Delitto Trifone Ragone e Teresa Costanza: perchè Ruotolo chiese agli amici di mentire?
C'è un altro elemento che non convince gli investigatori.
Infatti, Ruotolo, prima di recarsi in caserma con i suoi due amici, chiese loro di non dire ai carabinieri di essersi recato proprio nei pressi della palestra: non c'era solo il timore di ritrovarsi coinvolto fino al collo nelle indagini, ma anche la paura di perdere il proprio posto di lavoro nella Guardia di Finanza.
In ogni caso, i due coinquilini hanno deciso di raccontare la verità, quando il nome di Giosuè Ruotolo è finito sul registro degli indagati: non sarebbe stato meglio evitare di mentire?
Nella puntata di 'Chi l'ha visto?' andata in onda ieri sera, si è parlato dei vari indizi che rendono precaria la posizione dell'unico indagato per il delitto di Trifone Ragone e di Teresa Costanza: gli indizi riguardano l'ora dell'omicidio (l'Audi A3 di Ruotolo restò otto minuti in quel parcheggio), la palestra, le telecamere della zona e il laghetto dove venne ritrovata l'arma da fuoco che venne usata per uccidere i due ragazzi.