Sta attraversando una fase particolarmente delicata, all'8 novembre 2015, il processo a Bossetti per la morte di Yara Gambirasio. Massimo Giuseppe Bossetti, carpentiere di Mapello, viene ritenuto dal PM Letizia Ruggeri l'autore dell'omicidio di Yara Gambirasio, ma a sorpresa le indagini degli specialisti dei Ris di Parma hanno rilevato la presenza di tracce di sangue sulla giacca della giovane, che non sono riconducibili a lui. Le tracce, infatti, conducono a un'insegnante di ginnastica che lavora nella palestra che era frequentata da Yara Gambirasio.
La donna si chiama Silvia Brena ed era già stata ascoltata, ma ora verrà certamente risentita.
Minacce
La sfortunata tredicenne di Brembate fu rapita, ferita con un'arma da taglio e poi abbandonata al suo destino nel terreno di Chignolo d'Isola, dove ha trovato la morte a causa delle ferite stesse e del freddo notturno. Le novità sono da riferire al PM del processo, la dottoressa Letizia Ruggeri. Il magistrato è stato infatti minacciato attraverso i sempre più frequentati social network. Si è infatti appreso dalla trasmissione specializzata "Quarto grado", che le intimidazioni poste in essere nei confronti del PM hanno convinto il "Comitato per la sicurezza" di Bergamo a disporre controlli periodici nei luoghi da lei frequentati.
Il dna
Intanto al processo per l'omicidio della tredicenne di Brembate, ha deposto il comandante dei Ris di Parma, Giampiero Lago, che ha avuto modo di chiarire che sugli slip di Yara, in prossimità di un taglio, fu trovato dna maschile. È da questo spunto investigativo che si è giunti poi all'arresto di Massimo Bossetti, di Mapello.
La traccia del dna è stata definita "di quantità e qualità interessante".Massimo Giuseppe Bossetti continua a dichiararsi innocente. Le indagini hanno palesato che l'uomo non dialogò con la moglie nei sette giornia cavallo della scomparsa di Yara Gambirasio, il che lascia supporre rapporti difficili proprio nei giorni in cui la giovane venne sottratta violentemente ai suoi affetti.
Il momento dell'arresto Ricordiamo che nella fase iniziale delle indagini, si sospettò di un operaio extracomunitario poi risultato estraneo ai fatti contestati.
Successivamente fu arrestato Bossetti, che al momento si trovava in un cantiere insieme ai colleghi e che, alla vista dei militari, tradì un certo nervosismo. Nelle prossime settimane ne sapremo di più. La moglie del carpentiere si chiama Marita Comi e sostiene in toto il marito. In alcune interviste televisive, la donna ha affermato di ritenerlo incapace di commettere un simile delitto, anche se da alcuni dialoghi intercettati nel corso dei colloqui in carcere, sembra emergere qualche lieve contraddizione. Per rimanere costantemente aggiornati sul caso vi invito a cliccare sul pulsante "segui" a lato del mio nome in alto.