Dopo cinque anni non e' ancora emersa la verità sul caso di Yara Gambirasio, la ragazzina scomparsa il 26 novembre del 2010 e ritrovata morta pochi giorni dopo. A pochi giorni dall'ultima udienza del processo a Massimo Bossetti, il carpentiere di Mapello accusato di avere ucciso tredicenne, emergono altri dettagli molto importanti. A testimoniare, infatti, e' stato il comandante dei Ris di Parma, Giampietro Lago, che ha spiegato il lavoro fatto dal suo reparto. Le sue parole sono state molto preziose per fare ulteriore chiarezza sulla posizione di Massimo Bossetti, unico imputato per l'uccisione della ginnasta.

Ecco tutti i dettagli sulle ultime indiscrezioni su questo delicatissimo caso.

Bossetti inchiodato da un'altra prova?

"Il corpo di Yara fu ritrovato il 26 febbraio del 2011 e i suoi leggins erano molto rovinati", ha spiegato Lago, che poi ha aggiunto: "La parte posteriore dei leggins non combaciava con il terreno; inoltre abbiamo trovato delle fibre estranee su questo capo vestiario". Il comandante dei Ris di Parma ha poi fornito un dettaglio davvero molto importante: "Dopo varie sperimentazioni, abbiamo accertato la piena compatibilità tra le fibre del tessuto dei sedili del furgone di Bossetti e quelle rinvenute sui pantaloni di Yara": ha affermato Gianpietro Lago. Dunque, questa e' l'ennesima prova a carico del carpentiere di Mapello, che ormai sembra avere le ore contate.

Ma non ci sarebbe solo questo indizio ad incastrare Massimo Bossetti. Lago, infatti, ha parlato anche di una macchia di ruggine sul furgone del muratore, che si vede molto bene dalle immagini delle telecamere. In sette anni i Ris hanno individuato circa duemila furgoni dello stesso tipo di quello utilizzato da Massimo Bossetti.

Si e'constatato che la macchia di ruggine e' compatibile solo con quello che si vede nelle riprese delle telecamere, che e' quello appartenente all'imputato. La posizione di Bossetti, perciò, si complica ulteriormente. Pare dunque che la svolta del caso sia ormai nell'aria. Si attendono ulteriori sviluppi.