Ylenia Carrisi è stata davvero uccisa? E’ questo l’interrogativo che, a quasi 22 anni di distanza, torna prepotente a sconvolgere la cronaca internazionale. La scomparsa della figlia di Al Bano Carrisi e Romina Power, loro primogenita, potrebbe essere vicina ad una svolta. Dopo aver fatto perdere le sue tracce nel gennaio del 1994 da New Orleans, negli USA, la verità sul giallo di Ylenia Carrisi potrebbe giungere nei prossimi giorni e potrebbe essere la peggiore: la ragazza è stata davvero uccisa da un brutale serial killer? Il settimanale ‘Giallo’, in attesa dell’importante risposta, ha dato la parola non solo al super poliziotto che sta indagando sul caso ma anche allo stesso Al Bano, incredulo di fronte all’ultima ipotesi sulla figlia Ylenia Carrisi.

Giallo Ylenia Carrisi: è lei l’ottava donna uccisa dallo spietato serial killer?

Il giallo sulla scomparsa di Ylenia Carrisi ha avuto negli anni diverse evoluzioni e piste: la prima presa in esame dagli investigatori è stata quella dell’omicidio, poi superata dalla successiva sul suicidio. Sono seguite le ipotesi della setta satanica fino alla pista dell’allontanamento volontario. Di recente, tuttavia, il Tribunale di Brindisi dichiarò la presunta morte della figlia di Al Bano. A distanza di diversi anni, ecco la possibile svolta nel giallo di Ylenia Carrisi, che aprirebbe nuovamente alla pista dell’omicidio. Ora però, potrebbe esserci anche il nome del presunto serial killer. L’ultima novità sul giallo ha riguardato l’invio di un campione di Dna di Al Bano e delle figlie Cristel e Romina Jr, sorelle di Ylenia Carrisi, il quale sarà preso in esame dal poliziotto che sta indagando al caso, Dennis Haley.

L’agente, intervistato da ‘Giallo’, ha spiegato da dove parte la sua indagine: nel 1994 fu ritrovato in autostrada il corpo senza vita di una giovane donna. Secondo gli investigatori americani, si tratterebbe di una delle tante vittime di Keith Hunter Jesperson, temuto serial killer e camionista 50enne in un carcere dell’Oregon dove sta scontando tre ergastoli.

Al settimanale, il poliziotto ha svelato un particolare importante: il camionista serial killer avrebbe raccontato che la donna che lui ha rapito, violentato e poi strangolato all’interno del suo mezzo prima di scaricarla in autostrada, si chiamava ‘Suzanne’ o ‘Suzette’. Con questo ultimo nome Ylenia Carrisi era solita farsi chiamare mentre era in America.

Non è tutto, tra l’identikit disegnato dal camionista e la foto della ragazza scomparsa ci sarebbe una incredibile somiglianza.

Oltre ad intervistare il poliziotto che ha ripreso in mano il caso di Ylenia Carrisi, in attesa dei risultati del Dna, il settimanale ‘Giallo’ ha intervistato anche Al Bano, il quale è apparso incredulo all’idea che la figlia possa aver accettato un passaggio da uno sconosciuto. ‘Ma come si fa a credere a questa persona?’, avrebbe obiettato il celebre cantautore per poi aggiungere: ‘Sono certo che non sarebbe mai salita sul camion guidato da uno sconosciuto’. L’idea di mettere la parola fine alla scomparsa della figlia Ylenia, per Al Bano e l’intera famiglia rappresenta ovviamente un immenso dolore.

La riapertura del caso per Al Bano ha rappresentato ‘L’ennesima occasione per fare ancora del male’, per poi chiosare con: ‘E’ una tortura’. Per saperne di più su questo ed altri casi di cronaca nera in attesa di risposte, vi invitiamo a cliccare su ‘Segui’ in alto a sinistra.