Papa Francesco ha deciso un paio di mesi fa di riformare il Codice di diritto canonico e quello dei Canoni delle Chiese orientali. Il fine: rendere il processo di nullità matrimoniale più breve e veloci. Molti passaggi procedurali vengono alleggeriti nel senso che c’è bisogno di una "sola sentenza" in favore della nullità esecutiva delle nozze, che potrà essere emanata da un giudice vescovo, il quale potrà quindi sciogliere le nozze. Ma non sono queste le novità di un processo che non ha subito modifiche per tre secoli, dagli anni in cui c’era stata la riforma di Benedetto XIV.
L’entrata in vigore della riforma del processo di nullità matrimoniale, che si preannuncia un vero terremoto del diritto canonico, coincide con il giorno dell’Immacolata Concezione e con la data di inaugurazione del Giubileo della misericordia.
Riforma all’insegna della gratuità e della celerità del processo
Nel criterio fondamentale che ha guidato l’opera riformatrice di Papa Francesco c’è sempre stata la necessità di rendere più agile il processo di nullità matrimoniale. Ed è per questo che è stata prevista una forma di processo più breve, oltre al processo documentale, che si applica qualora la nullità del matrimonio è sostenuta da argomenti particolarmente evidenti. Contro la sentenza emessa dal vescovo, cui è affidato l’intero processo, sarà possibile fare appello alla Rota romana o all'arcivescovo metropolita.
Tra i motivi che possono consentire la trattazione della causa di nullità del matrimonio con il processo più breve si annoverano: l’aborto procurato onde evitare la procreazione, la brevità della convivenza coniugale, una relazione extraconiugale, la mancanza di fede.
Il processo ordinario deciso con ‘rito ordinario’ invece durerà circa un anno.
La sentenza definitiva, nel caso non sia appellata diviene inotre subito esecutiva. L’altra novità importante, chiesta a gran voce dal Sinodo dei vescovi a fine 2014, riguarda l’abrogazione della doppia sentenza conforme relativa alla nullità matrimoniale: sarà necessaria sola una copia della sentenza per procedere a nuove nozze canoniche.
Questo accorcerà notevolmente i tempi della decisione.Tutti i processi dovranno svolgersi all'insegna della gratuità, con il limite della "giusta e dignitosa" retribuzione degli operatori dei tribunali. I costi saranno limitati al contributo unico di 560 euro.
Quali gli effetti della riforma ?
L'applicazione concreta delle novità della riforma non è però una passeggiata: il principale nodo riguarda l’interpretazione sulla definizione di «prova piena» delle dichiarazioni delle parti. C’è poi il problema della costituzione di tribunali diocesani da parte dei vescovi che richiederà un coordinamento con i tribunali regionali.Le decisioni sulla nullità spettano infatti a questi ultimi che continueranno ad operare, almeno fino a quando il vescovo, ottenuta una dispensa dalla Santa Sede, deciderà di costituire un tribunale.
Il vescovo dovrà avere quindi un certa "competenza" in diritto canonico, proprio perché lo stesso una volta ricevuti gli atti ed esaminate tutte le osservazioni, se raggiunge la certezza morale della nullità, dovrà emanare la sentenza. Altrimenti dovrà rimette la causa al processo ordinario. Perno del processo canonico è dunque il vescovo, nella doppia veste di giudice e pastore, a cui spetterà salvaguardare il principio dell’indissolubilità del matrimonio, soprattutto se si opta per il giudizio abbreviato. Per info di diritto premi il tasto segui accanto al nome.