Ci sono voluti oltre 13 anni ma alla fine il muro è stato abbattuto: contro l'Iran non verranno più applicate sanzioni di alcun genere. Questo il succo di quanto emerso e sancito nell'incontro di Vienna, il cui risultato è stato presentato da Lady Pesc, ovvero dall'italiana Federica Mogherini, responsabile della democrazia europea. Un accordo "forte e giusto", stando a quanto dichiarato da Mogherini, e che ha visto sedere allo stesso tavolo Europa, Stati Uniti e anche Iran, rappresentato da Javad Zarif, ministro degli esteri iraniano.

Il tutto frutto di confronti e di aspri dibattiti iniziati nell'agosto del 2002, quando per la prima volta venne alzato il dubbio circa le intenzioni di uno Stato come l'Iran nello sviluppare un programma di energia atomica.

Anni segnati anche dall'ascesa al potere di Mahmoud Ahmadinejad, eletto nell'agosto del 2005, ampiamente intenzionato a puntare sul rilancio del programma nucleare dell'Iran.

Anni di sanzioni

E' proprio l'avvento di Ahmadinejad a segnare l'inizio di un nuovo corso per l'Iran: un momento in cui tenere alta la testa anche davanti alla richiesta da parte dell'Aiea di deferire l'Iran al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. Gli anni compresi tra il 2006 e il 2010 saranno quelli più bui, alle prese con sanzioni pesanti e indirizzate a congelare i beni e le attivitàdi quanti coinvolti o collegati al programma di arricchimento dell'uranio. Sanzioni che, oltretutto, si allargheranno fino a vietare all'Iran la fornitura di tecnologia nucleare.

Nel 2009 Barack Obama, già presidente deli Stati Uniti, rivela l'esistenza di un impianto di arricchimento di uranio a Qom, città iraniana. La notizia fa subito smuovere Israele e Stati Uniti, che mettono subito in conto la possibiltà di porre fine al programma nucleare iraniano con una serie di attacchi aerei mirati a distruggere le azioni iraniane.

Sarà l'elezione del moderato Rohani a cambiare le carte in tavola e a permettere un vero e proprio confronto tra le istituzioni statunitensi e quelle iraniane. Un confronto arrivato a oltre trent'anni dalla storia rottura avvenuta nel 1979.

L'incontro di Vienna

A sette mesi dalla ripresa dei colloqui nella stessa Vienna e a sei mesi o poco meno dal raggiungimento dell'accordo storico tra l'Iran e il gruppo dei 5+1, è arrivato anche il via libera dell'Aiea - ovvero dell'Agenzia internazionale per l'energia atomica - per la sospensione delle sanzioni contro l'Iran, in cui verranno coinvolti anche gli Stati Uniti e l'Unione Europea.

Per John Kerry, segretario di Stato degli Stati Uniti, "l'Iran ha rispettato i suoi obblighi" e oggi, ha proseguito Kerry, "possiamo dire di avere un mondo più sicuro". Ormai la revoca delle sanzioni è realtà, complice la firma del presidente deli Stati Uniti, Barack Obama, che ha proceduto alla revoca delle sanzioni nei confronti dell'Iran nonostante la viva protesta di alcune frange repubblicane. Un risultato che anche Hassan Rohani, presidente dell'Iran, non ha esitato a definire "gloriosa".