Ieri, le Nazioni Unitehanno dichiarato, attraverso le parole del proprio portavoceStephan Djuracic, l’intenzione di portare avanti un’indagine sullo stupro di quattro ragazze avvenuto a Bangui, nelle scorse settimane. Del crimine sarebbero stati accusati alcuni caschi blu coinvolti nell'operazione Minusca, l'operazione avviata nel 2014 per contrastare l'avanzata dei ribelli islamici nel paese. Il portavoce delle Nazioni Unite, S. Djuracic, non ha però specificato né quanti uomini siano stati coinvoltidall'accusa, né a quali nazionalità appartengano.

L’agenzia di stampa AFP, che per prima ha riportato la notizia, suppone però che gli accusati appartengano a tre nazionalità diversee che dunque, quest’ultimi siano almeno in tre.

Le ragazze che presumibilmente sono state stuprate, tutte di giovanissima età (non si hanno informazioni precise al riguardo), sono state interrogate da un'equipe di investigatori dell’Unicef e, stando alle parole di Djuracic, sarebbero stati assicurati loro ciboe supporto psicologico, oltre che scarpe e vestiti.

E' stata inevitabile l’immediata reazione del responsabile delle operazioni Munisca, il gaboneseOnanga-Anyanga, che ha ribadito l’intenzione di perseverare una politica di tolleranza zero, proposta dal segretario generale Ban Ki Mon nei mesi scorsi, nei confronti degli operatori Onu che si sonomacchiati di crimini sessuali:“Costoro" ha affermato il sig.

Onanga-Anyenga "infangano con i loro crimininon solo la bandiera delle Nazioni Unite, ma anche l’onore del proprio paese".

Non è il primo caso di abuso sessuale commesso dai caschi blu nella Repubblica Centroafricana

Quest’episodio èsolo l’ultimo di una lunga serie diabusi sessuali che hanno coinvolto direttamente le Nazioni Unite e i suoi operatori nella Repubblica Centro Africana, dall'inizio delle operazioni Minusca nell'aprile del 2014.

Lo scorso 20 agosto, infatti, la portavoce dell’Onu Vannina Mastreacci dichiaròche trecaschi blu erano stati accusati dello stupro di tre ragazzecentroafricane, di cui una era al momento dell'accadutominorenne. Ma non solo: pochi giorni prima, il 12 agosto, un gruppo di caschi blu camerunensi avrebbe violentatouna bambina di 12 anni, dopo averne ucciso il fratello di 15 anni ed il padre.

Lo stupro sarebbe stato confermato da un referto medico elaborato da funzionari dell'Unicef.

La maggior parte dei governi occidentali finora non si è esposta e non ha rilasciato alcuna affermazione a riguardo. Tutti, eccetto la Francia di François Hollande: a dicembre infatti il governo francese ha deciso di avviare un’indagine sugli abusi dei caschi blu francesi su oltre 50 bambini del posto nel 2014, in un campo profughi vicino l'unico aeroporto del paese. I bambini, secondo le testimonianze delle famiglie, si sarebbero concessi ai caschi bluin cambio di cibo e soldi.

La commissione incaricata dal governo francese scoprìche per mesii racconti dei bambini "erano statipassati dascrivania a scrivania, casella di email a casella di email, in vari uffici delle Nazioni Unite senza che nessuno volesse prendersene carico”.

Ban Ki-Mon, che si eraappena ritirato dalla Conferenza sul Clima di Parigi, venuto a conoscenza dell'indagine del governo francese, ridimensionò l'accaduto: "Sono stati passi falsi di un sistema sbagliato" ma assicurò anche che tutti avrebbero "imparatola lezione". I soldati, però, ancora non sono stati puniti.

A Bangui, la città dove tra l'altro Papa Francesco ha aperto le porte del Giubileo della Misericordia, la presenza dei caschi blu è sempre più necessaria per mantenere l'ordine: il 13 dicembre scorso, durante il referendum costituzionale, cinque persone sono morte in una serie di scontri a fuoco esplosi nel quartiere mussulmano, appena fuori i seggi elettorali. Purtroppo però, finché non sarà in grado di risolvere i propri problemi intestini, l’Onu dovrà assumersi la responsabilità dell’accaduto e ad ammettere di rappresentare un pericolo per le donne ed i bambini di Bangui.