A finire nel mirino dei miliziani dell’Isis ancora i musulmani sciiti. Lunedì un commando composto da almeno quattro uomini avrebbe fatto irruzione in un centro commerciale della capitale irachena, Baghdad, provocando la morte di almeno 18 persone e il ferimento di altre 50. Durante l’attacco sarebbero state prese in ostaggio anche alcune persone (poi liberate) che si trovavano all’interno del centro commerciale. Nessun terrorista sarebbe sopravvissuto.
L’autobomba, invece, avrebbe colpito in una città a 100 chilometri a nord-est di Baghdad subito dopo una prima esplosione strategica, programmata col fine di attirare nello stesso luogo un alto numero di persone.
I morti sarebbero almeno 20, decine i feriti.
E sempre in Iraq ieri sarebbero stati assassinati il giornalista Saif Tallal e il suo cameraman, Hassan al Anbaki. I due, che si trovavano nel distretto di Diyala, sarebbero stati giustiziati da un gruppo di miliziani, almeno stando a quanto riferito dall’emittente per la quale lavoravano il giornalista e l’operatore, Sharqiya. Soltanto nel 2015, sono stati uccisi 110 giornalisti.