Chi ha colpito – un terrorista riconducibile all’autoproclamato Stato Islamico – lo ha fatto non solo per colpire Istanbul, ma soprattutto per colpire i turisti che visitano la città. L’attacco di ieri, infatti, riguarda la zona compresa tra piazza Sultanahmet e la celebre Moschea Blu.
È tornato il terrore in Turchia o meglio, è tornato a fare eco, a manifestarsi nella maniera più brutale possibile. Dopo le bombe su Diyarbakir e l’esplosione che ha decimato i ragazzi socialisti di Suruç, l’attacco kamikaze di ieri scrivono un’altra tristissima pagina della storia turca.
L’uomo, un cittadino siriano nato però in Arabia Saudita, si sarebbe fatto esplodere poco prima delle nove, riuscendo così a colpire un buon numero di turisti che in quel momento si trovava in una delle zone più visitate della città. Nabil Fadli, questo il nome dell’attentatore, è riuscito anche a provocare il ferimento di una quindicina di persone. Per facilitare i soccorsi, piazza Sultanahmet è stata chiusa subito dopo l’attentato.
La rabbia di Angela Merkel
Le vittime sono tutte straniere: su questo punto, il premier turco Ahmet Davutoglu è stato molto chiaro. La nazione più colpita è stata, appunto, la Germania. L’esplosione provocata da Fadli, infatti, avrebbe ucciso otto tedeschi e feritone altri dodici a cui si aggiungono un morto e un ferito peruviani, e due feriti rispettivamente turco e norvegese.
Data la nazionalità del maggior numero di vittime, erano inevitabili le dure parole pronunciate ieri dalla cancelliera tedesca Angela Merkel, che ha invitato senza mezzi termini ad “agire in modo deciso”. “È necessario – ha proseguito Merkel – intervenire al più presto contro il terrorismo internazionale” che continua a fare vittime nei luoghi dimenticati come nelle capitali (e nelle importanti città) europee e del mondo intero.
“Questa piaga”, come l’ha definita il ministro degli Esteri tedesco Frank-Walter Steinmeier, verrà affrontata con determinazione e a testa alta da un paese che per il momento non era stato toccato dagli attentati di matrice terrorista e riconducibile all’autoproclamato Stato Islamico.
Il cordoglio della comunità internazionale
La condanna per i fatti di Istanbul è arrivata dalle maggiori leader del mondo tra cui il premier italiano Matteo Renzi, che ha espresso vicinanza al popolo tedesco, dopo aver appreso con "triste certezza" delle otto morti. Sconvolti anche il ministro egli Esteri Britannico, Philip Hammond - che ha subito messo in chiaro come il suo paese stia cercando di ottenere "con urgenza informazioni dettagliate dal governo turco" -, e dal premier francese Manuel Valls, che ha parlato di "guerra" in atto con tanto di minacce ormai tristemente note al popolo francese.
Allo stesso modo si è espresso il ministro degli Esteri russo, che ha parlato anche della "necessità pressante di unire urgentemente gli sforzi della comunità internazionale per formare un fronte unico nella lotta contro il terrorismo". "Un crimine spregevole", ha commentato il segretario generale dell'Onu Ban Ki-Moon, a cui si sono aggiunte su Twitter le condoglianze di Jens Stoltenberg, segretario generale della Nato.