Il PM di Milano, Paolo Filippini, ha chiesto un anno di carcere e una multa pari a 350 euro, pena sospesa, per il figlio più grande del Senatur, Riccardo Bossi. La richiesta del pubblico ministero è arrivata durante il processo che vede coinvolto il figlio più grande di Umberto Bossi, ex leader indiscusso della Lega Nord, nell’ambito dell’inchiesta sulle spese folli ai danni dei contribuenti. Riccardo Bossi è indagato per appropriazione indebita aggravata dalle presunte spese personali, poco più di 150mila euro, soldi presi dai fondi assegnati alla Lega Nord.
Stando alle prime indiscrezioni che vengono fuori dalle agenzie stampa, pare che l’inquisitoria del Pubblico ministero si sia molto concentrata su una carpetta conservata dall’x tesoriere Belsito, imputato anch’egli, e con su scritto “The Family”. Stando alle informazioni questa carpetta, sequestrata dagli inquirenti, conterrebbe documenti relativi a spese personali del figlio di Bossi, spese che risulterebbero essere molto imbarazzanti. Contesualmente alla condanna, Paolo Filippini avrebbe richiesto al giudice di riconoscere a Riccardo Bossi le attenuanti, motivando tale domanda con il fatto che in quel periodo il malcostume di sperperare denaro pubblico era così diffuso e generalizzato da portare gli amministratori a non avere nemmeno contezza della gravità della situazione.
Giornata nera per la Lega Nord
Insomma, oggi per la Lega Nord sembra essere davvero una giornata nera, le notizie di oggi, mercoledì 10 febbraio, riportano le parole del consigliere De Paoli della Lega Liguria, che avrebbe affermato la seguente frase: “se avessi un figlio omosessuale gli darei fuoco”. Una frase che in un batter d’occhio ha fatto il giro del paese suscitando la rabbia di molti, i social sono pieni di commenti alle parole del consigliere del carroccio che afferma, con tutte le sue forze, di non aver pronunciato mai quella frase.
"Sono vittima – ha dichiarato Giovanni De Paoli – dei pregiudizi ormai soliti contro il centro-destra , non ho mai dichiarato quella frase anzi – ha continuato il consigliere della Lega Nord – semmai ho detto il contrario: se avessi un figlio omosessuale non lo brucerei in un forno”.
Quel che è certo è che le polemiche non si placano e da più fronti stanno arrivando parole di condanna nei confronti del consigliere ligure finito sotto l’occhio del ciclone: Un’altra tegola si abbatte sulla Lega, situazione che, ancora una volta, Matteo Salvini dovrà essere bravo a recuperare.