Una bufera di polemiche si è abbattuta, relativamente al casodella piccola Fortuna, violentata e poi gettata da un palazzo nel napoletano, sulla trasmissione 'Di Martedì', in onda su La7, durante la quale il noto giornalista Corrado Augiassi è espresso sul caso di Caivano. Augias ha affermato che la bambina, pur avendo cinque o sei anni, si atteggiava come se ne avesse sedici o diciotto. Ha poi fatto riferimento alla pettinatura, ai boccoli. Sono bastate queste affermazioni a scatenare le critiche da parte dei telespettatori, ma anche degli utenti di diversi social.

Il disagio espresso nei disegni

Il casodella piccola Fortunaè rimasto agli albori della cronaca per il sentimento di rabbia che è doveroso provare dopo una vicenda così forte, dopo che una tenera vita è stata oltraggiata e distrutta. La scia dell'orrore sembra essere contenuta persino nei disegni della piccola, dove non possono passare inosservate immagini di finestre con le sbarre, case senza porte e figure femminili. Ecco perché, probabilmente, a molti le parole di Augiassono sembrate stonate, perché si inseriscono in un quadro davvero drammatico di bimbi abusati e condotti ad una morte ingiusta e prematura.

Parla la grafologa che ha analizzato i disegni

Esaminando i disegni di Fortuna, la grafologa Sara Cordella ne ha evidenziato il tratto marcato, i colori forti, interpretati come possibili segni di rabbia e aggressività, ricollegabili probabilmente alle violenze perpetratesi nel casoLoffredo.

Sembra proprio che la vicenda sia destinata ad avere vasta risonanza, non solo in quanto trattasi di un episodio gravissimo, ma anche per i commenti che inevitabilmente ne derivano, sia da parte di semplici cittadini che di personaggi in vista come Augiasche ha espresso la sua opinione, sembrata a molti non pertinente alla vicenda scabrosa e toccante che si è svolta ai danni, non solo di Fortuna, ma anche di altri bambini, vittime innocenti di un malato interesse pedofilo per il quale si attende una risposta forte, significativa ed efficace da parte della Giustizia.