Nuove notizie relative ad attacchi terroristici dell'ISIS giungono dall'Iraq.I miliziani dello Stato Islamico si sono macchiati di nuovi attentati nella capitale Baghdad, provocando almeno 70 morti e una novantina di feriti, secondo quanto riferito da un articolo di "Rai News".Inoltre, secondo un articolo del "Secolo d'Italia" i miliziani dell'autoproclamato Califfato hanno rivendicato la paternità degli attacchi, sostenendo che essi erano rivolti contro le milizie sciite che combattono l'avanzata dello Stato Islamico.
L'indebolimento dello Stato Islamico in Iraq
Si può sostenere che la sempre più violenta ondata di attacchi terroristici che l'ISIS sta compiendo in Iraq sia dovuta molto probabilmente al fatto che essa sta perdendo sempre più terreno nel paese.Difatti, secondo quanto riferito dal portavoce del Pentagono Peter Cook lo Stato Islamico starebbe inesorabilmente declinando e "un suo crollo è vicino".
Secondo quanto riferito dallo stesso Cook, la percentuale del territorio occupato dal Califfato in Iraq ora si attesta sul 45 per cento e secondo quanto sostenuto da una fonte statunitense lo Stato Islamico ha avuto almeno 25mila combattenti rimasti uccisi.
La guerra dell'ISIS contro le milizie sciite
Una delle forze combattenti più importante nella lotta contro l'ISIS in Iraq è costituita indubbiamente dalle milizie sciite, che non casualmente erano il bersaglio dei recenti attacchi avvenuti a Baghdad.Le milizie sciite sono fortemente sostenute dall'Iran e mirano alla creazione di un'Iraq governato dall'islamismo sciita, così come più o meno era con l'ex presidente Nuri al-Maliki.
L'ISIS, che al contrario auspica un'Iraq retto dall'islamismo più radicale sunnita, è fortemente impegnata in una dura guerra contro le milizie sciite, e tale guerra tra l'islamismo sunnita e sciita bisogna dire che è una costante dell'Iraq post-guerra.
Iraq post-guerra che ha perso le pur precarie stabilità che erano garantite dal regime del "sunnita moderato" Saddam Hussein, il quale era riuscito perlomeno a frenare il latente conflitto tra islamismi con l'utilizzo di un'ideologia tendente al socialismo nazionalista arabo(e/o panarabismo).