Nel pomeriggio di sabato 28 maggioil fuciliere di Marina,Salvatore Girone, dopo quattro anni di soggiorno obbligato in India, ha fatto ritorno in patria, guadagnando ampio risalto su tutti i giornali. Ha avuto molto meno risalto sui mediainvece, unastrana "coincidenza" avvenuta negli stessi giorni. La disdetta, da parte degli indiani, di una commessa da 300 milioni stipulata con Finmeccanicaper una fornitura di siluri per i sottomarini da guerra indiani.

L'India annulla il contratto per una fornitura da 300 milioni

Proprio nei giorni in cuila Corte Suprema Indiana accettava, non di buon grado, di rimandare in Italia il Marò Girone, il Ministero della Difesa indiano annullava un contratto stipulato con Finmeccanica per la fornitura disiluri, per un valore di 300 milioni di euro.

Si tratta del discussocontratto siglato ai tempi del Governo Monti, quando tra le polemiche, dopo aver dichiarato che "i Marò sarebbero rimasti in Italia", il governo fece marcia indietro e decise di riconsegnarli all'India. Coloro che facevano il tifo per non rimandare i fucilieri a Nuova Delhiaccusarono il Governo di aver rispedito i Marò in India per non far saltare la trattativa in questione.

La motivazione ufficiale dell'annullamento

Gli indiani hanno motivato l'annullamento della commessa perlo scandalo tangenti che ha coinvolto Finmeccanica, ma questa motivazione ufficiale suscita molte perplessità. La vicenda che travolse Finmeccanica risale a diversianni fa, mentre la disdetta arriva solo oggi, dopo molto tempo, e "casualmente", proprio nei giorni in cui torna a casa il fuciliere di Marina italiano.

Argo, il cane di Girone, è rimasto in India

Il cane di Salvatore Girone, un golden retriever chiamato Argoche la famiglia del fuciliere gli aveva portato in India affinché gli facesse compagnia, non ha potuto fare rientro in patria insieme al suo padrone. Giunto alla frontiera, le autorità indiane lo hanno bloccato per un problema di documentazione che sarà superato nel giro di pochi giorni.

L'animale rimarrà in custodia presso l'Ambasciata italiana. Un'imposizione che dimostra quanto le autorità indiane continuino ad essere intransigenti nei confronti del Marò, applicando i regolamenti alla lettera.