Oggi è il 20 giugno, giorno in cui ricorre la Giornata Mondiale del Rifugiato, per dirla alla 'Twitter maniera' #Worldrefugeeday. L'hashtag è stato lanciato e secondo il Breaking news la notizia viaggia veloce nella rete posizionandosi tra gli argomenti più caldi del momento. Si contano addirittura 178 tweet al minuto lanciati nell'etere.

Cos'è il World Refugee Day?

È una iniziativa nata per sensibilizzare gli organi istituzionali più potenti, ma anche l'opinione pubblica, su un tema così tanto discusso e che è entrato a far parte ormai della quotidianità mondiale.

Sì, perché se è vero che per fame, miseria o guerre da alcuni paesi si fugge, è anche vero che in altri ci si rifugia. All'inizio si è spaesati, non si sa come ricominciare e da dove ripartire per soddisfare almeno i bisogni primari: nutrirsi, avere un tetto sotto il quale proteggersi, semplicemente sopravvivere. Poi piano ci si rialza e si comincia a lottare; se poi si riceve il giusto supporto proveniente dagli organi predisposti, si riesce a porre le basi per una vita migliore e finalmente serena.

Grazie al #Worldrefugeeday si richiede ai leader mondiali di ascoltare davvero e guardare sul serio. Per questo motivo attraverso le parole di supporto di alcuni volti noti a livello internazionale, si è indetta una petizione taggata #WithRefugees2016.

Tale petizione sarà presentata alla sede delle Nazioni Unite a New York, in occasione della riunione per i rifugiati e migranti in programma per il 19 settembre prossimo.

Cosa si richiede attraverso questa petizione?

I punti in programma sono pochi ma di grande sostanza. Si richiede di:

  • Assicurarsi che ogni bambino rifugiato riceva un'istruzione.
  • Assicurarsi che ogni famiglia di rifugiati abbia un posto sicuro in cui vivere.
  • Assicurarsi che ogni rifugiato possa lavorare o imparare nuove competenze per dare un contributo positivo alla propria comunità.

Un piccolo sasso è stato lanciato, ora non ci resta che divulgare questa notizia e far sì che si espanda a macchia d'olio fino a coinvolgere la popolazione che deve ascoltare e il Governo che deve fare.