Esiste una Storia ufficiale ed una che si muove "sottotraccia". Oggi non sappiamo tutta la verità sulle questioni mediorientali, su una polveriera rimasta tale nel corso degli anni. Cambiano i personaggi, i capi di Stato, i dittatori, i nemici veri o presunti dell'Occidente. Il Medio Oriente, dal secondo dopoguerra ad oggi, resta uno dei punti "caldi" del mondo. Un giorno, probabilmente, i libri di Storia illustreranno anche la verità sull'Isis.
Attore principale o pedina?
Dell'organizzazione terroristica che ha creato lo Stato Islamico sappiamo soltanto che è nata da una costola di Al Qaeda.
Abbiamo recentemente ipotizzato che la fine prossima dell'Isis, alla luce di eserciti in marcia verso le roccaforti del califfato in Siria, Iraq e Libia, potrebbe non mettere fine al terrorismo internazionalevisto che non è certamente Abu Bakr al-Baghdadi a muovere i fili delle varie cellule. Oggi andiamo oltre e, prendendo spunto dalle teorie "complottiste", ci chiediamo se ci sia qualcuno, non propriamente animato da fanatismo religioso,che abbia mosso per primoi fili di questo teatro del terrore. Fili che sarebberoscappati di mano perché l'Isis, da pedina di un presunto scacchiere precostituito, è diventato una scheggia impazzita.
Chi finanzia il califfato?
Turchia, Arabia Saudita, Qatar ed Oman.
Sono i principali indiziati, i cui governi avrebbero favorito la nascita dello Stato Islamico. Prendiamo spunto dalle recenti dichiarazioni del presidente siriano Bashar al-Assad, rilasciate ad un'emittente australiana. La tesi del rais di Damasco non è tutta oro colato ma, a conti fatti, quasi tutte le nazioni che abbiamo citato non sonomai state attaccate dai terroristi in questi anni pur essendo fedeli alleate degli Stati Uniti.
Fa eccezione la Turchia, diventata negli ultimi mesi un obiettivo sensibile. Il presidente Erdogan starebbe pagando il "doppio gioco" con il quale tende una manoagli alleati della coalizione anti-terrorismo mentre con l'altra avrebbe aiutato i gruppi islamisti radicali. Accuse in tal senso gli erano state mossenei mesi scorsi da Vladimir Putin in persona.
La Siria è il punto focale
C'è inoltre da chiedersi come i miliziani jihadisti, senza esperienza militare e male armati, abbiamo potuto conquistare un'area vasta come quella che oggi è ancora parzialmente sotto il loro controllo. Nel corso degli anni, gli Stati Uniti hanno allargato la propria influenza nella zona dove la Siria di Assad, fedele alleato della Russia, rappresenta un problema non indifferente. Secondo recenti rivelazioni, la stessa rivoluzioneche ha generato la sanguinosa guerra civile in Siria sarebbe stata supportata da Arabia Saudita e Qatar con l'appoggio dei servizi segreti occidentali. Non sarebbe la prima volta che le intelligence straniere danno il loro apporto per rovesciare un governo "scomodo" e per far questo ricorrono anche ad aiuti improbabili, quelli di movimenti e gruppi armati che poi sfuggono al controllo e finiscono per diventare una minaccia per tutti.
Lo Stato Islamico potrebbe essere uno di questi.
Al-Baghdadi come Saddam e Bin Laden?
C'è qualcosa di vero? Oggi non possiamo saperlo ma ci fidiamo della Storia. L’Iraq di Saddam Hussein venne armato fino ai denti negli anni ’80 dall’amministrazione Reagan per la guerra contro l’Iran e con quell’arsenale nel 1990 diede il via all'invasione del Kuwait, scatenando la prima guerra del Golfo. Sempre negli anni ’80 i guerriglieri guidati da Osama Bin Laden vennero finanziati dal governo americano in Afghanistan durante l’occupazione sovietica: Al Qaeda sarebbe nata da quel gruppo armato, pochi anni dopo. Gli scalpi di questi due ex alleati dell’Occidente sono stati mostrati da tempo all’opinione pubblica.
È molto probabile che, con l’ingresso risolutivo della Russia nella guerra all’Isis, Assad rimanga al suo posto.Washington sembra essersi rassegnata all’idea, almeno per il momento. Si potrebbe consolare pertanto con il terzo scalpo, quello di Abu Bakr al-Baghdadi.