Succede a Trieste, è la storia di Caterina Pellizzer, una giovane donna affetta da una grave e rara malattia genetica, alla quale l'Inps ha richiesto la restituzione di tutti gli assegni di invalidità ricevuti. La ragazza ha deciso di studiare e curarsi all'estero, mantenendo la sua residenza in Italia. Sembra però che la sua scelta le sia costata cara, l'istituto ha infatti preteso dalla giovane 72000 euro, l'importo totale finora erogatole.

La fragilità e la determinazione

Caterina soffre di una rara malattia genetica, l'osteogenesi imperfetta, che crea problemi allo scheletro e alle articolazioni.

La fragilità delle ossa, definite cristalli, le ha provocato numerose fratture ed ha ritardato l'accrescimento fisico, costringendola a vivere su una sedia a rotelle. La ragazza ha reagito alla malattia dimostrando la sua forza, volontà, determinazione e voglia di vivere. Ha deciso infatti di studiare in Francia, dove si è laureata in psicologia sociale a Bordeaux. Il suo legame con questo Paese nasce molti anni fa, Caterina è stata curata fin da piccola in un ospedale parigino, seguita da uno dei massimi esperti di questa malattia, il dottore Finidori. Nel 2008 la ragazza, ormai ventenne, decide di andare a proseguire gli studi universitari e le cure in Francia, così come fanno ogni anno migliaia di giovani europei.

La contestazione dell'inps e la risposta di Caterina

Sarebbe proprio la scelta di Caterina di studiare all'estero, che avrebbe portato l'inps a chiedere la restituzione delle somme finora erogate. L istituto le avrebbe inviatouna lettera, nella quale scrive che la prestazione di invalidità civile del 100%, corrisposta, non le aspettava, e un bollettino da pagare di ben 72185 euro.

La ragazza si è vista sospendere l'assegno mensile di 800 euro. Caterina ha contestato la richiesta dell'inps motivando che la sua residenza è triestina e la dimora in Francia è limitata al periodo necessario per seguire le lezioni e le cure. Ha presentato ricorso per l'annullamento della revoca del trattamento pensionistico.

Il provvedimento dell'inps, secondo la ragazza, ha carattere discriminatorio rispetto al diritto di libera circolazione degli studenti europei che possono mantenere la residenza nel loro Paese e il domicilio per motivi di studio in un altro Stato membro. Caterina è decisa a vincere anche questa battaglia.