A questa notizia staranno facendo infiniti commenti di disprezzo e disapprovazione, tutte le persone che sono state obbligate a interventi di Chirurgia estetica per ovviare all'invalidità portata datumorial seno, (parte più esposta agli occhi della gente e incredibilmente più colpita nelle donne), che oggi la cronaca di Savona, più precisamente proveniente dalla clinica Santa Corona di Pietra Ligure, ci racconta essere stata all'ordine del giorno, una pratica occultata ai danni del Servizio Sanitario Nazionale. In poche parole, moltissime donne insoddisfatte della loro beltà e prestanza fisica 'pettorale', hanno pensato bene, grazie alla complicità dei chirurghi da cui venivano sottoposte all'intervento, di addebitare agli ignari cittadini del BelPaese, le spese di questi 'sevizi accessori' con una rinascita a suon di bigliettoni.

La falsa sanità o realtà italiana?

Questa vicenda ha dell'incredulo, ma come si sa, ogni mezzo è diventato utile per far si che qualcuno approvvigioni le tasche di qualche delinquente occultato in un camice bianco, anche passando sopra a chi spetterebbero più attenzioni sanitarie; cure negate proprio grazie a questi sprechi che, malgrado il cercare di far finta di niente, si sa che si sono perpetrati e moltiplicati con il trascorrere degli anni continuando ad avvantaggiare intere fazioni di delinquenti nascosti da una professione sanitaria. Oggi la notizia non farebbe quasi più scalpore se non fosse che tanti utenti hanno smesso di curarsi con il Servizio Sanitario Nazionale, che li ha esentati fino a qualche anno fa e che non possono più utilizzare perché diventato un'oreficeria a porte aperte in cui non è più permesso entrare.

Estetica nascosta dal cancro

Così venivano operate nella clinica Santa Corona di Pietra Ligure, per mano di otto medici consenzienti, le donne che avevano necessità di sfoggiare un 'nuovo seno' grazie a una protesi mammaria in silicone, dall'elevato costo, che gli avrebbe permesso di avere una taglia più consistente, il sollevamento di un seno cadente e insoddisfacente o un 'ritocchino' al naso per farle sentire più belle.

Il patto veniva presto stabilito fra gli otto medici attualmente in stato di avviso di garanzia, responsabili degli interventi di chirurgia esteticamotivata dalla comparsa di tumori. Le donne che beneficiavano di questo ladrocinio, ovviamente non ne avevano niente in cambio se non la realizzazione di un intervento chirurgico gratuito, diversamente con dei costi che si aggirano fra i 5 e gli 8mila euro, completamente riversato sulle tasche di un intera popolazione.

Le indagini di Procura e Fiamme Gialle

Tutte le indagini sono state portate avanti da Ubaldo Pelosi, sostituto procuratore della Repubblica insieme al comandante provinciale delle Fiamme Gialle, colonnello Michele Domenico Piemontese, che hanno evidenziato l'alterazione di un centinaio di cartelle cliniche prese in carico, perché ritenute contenenti le prove dei reati contestati e avvenuti al Santa Corona di Pietra Ligure. Tra gli indagati ci sarebbero oltre a sei medici sottoposti, il dottor Mauro ferraio, capo del reparto di chirurgia estetica e maxillo facciale fino a un anno fa e il facente funzioni del primario, Giuseppe Pizzonia, tutti quanti gli otto indagati rischiano, se le prove ancora in corso saranno confermate, di pagare a proprio spese il denaro 'rubato' che le pubbliche casse hanno dovuto elargire per mettere in piedi l'intero reato.