La vicenda che ha coinvolto l'asilo nido Baby World, gestito da Enrico Piroddi e Milena Ceres, sconvolge ancor di più per la totale incoscienza dei gestori riguardo la gravità del reato commesso: i due non sembrano assolutamente pentiti, ma al contrario giustificano con convinzione le loro azioni. Dalle registrazioni, riportate dal Corriere della Sera, emerge chiaramente la terribile esperienza dei piccoli, tra punizioni e ingiurie: c'è il bambino legato in bagnochecerca di liberarsi e si ferisce, la bambina trascinata per i capelli e quello che, "colpevole" di non voler mangiare, viene ingozzato con insistenza.
Lui libero, lei ai domiciliari: la reazione dei genitori
I due vivono a Monza e, a quanto dicono, sono in procinto di sposarsi. "Io dico solo che ho trascorso quattro giorni in carcere, ma ora sono libero: ci sarà un perché. Non voglio dichiarare null'altro tanto la verità e tutto il resto verranno a galla" ha dichiarato Piroddi, laureato in Sociologia, che è tornato in libertà ma è stato interdetto dalla professione per 12 mesi. La Ceres, con in attivo una laurea in Lettere e una in Scienze dell'Educazione, è agli arresti domiciliari e ha ribadito che tutto ciò che ha fatto lo ritiene normale perché parte di un programma educativo volto alla stimolazione della crescita dei piccoli. Anche il morso al bimbo di 2 anni, come racconta uno degli investigatori che l'ha interrogata.
A quel punto, vista la totale assurdità delle convinzioni pedagogiche della donna, si è pensato a un'eventuale perizia psichiatrica.
Intanto la reazione dei genitori dei bimbi iscritti all'asilolager non si è fatta attendere:appenahanno visto le scioccanti immagini in televisionesi sonoprecipitati negli uffici dei carabinieri.
SuFacebookla toccante testimonianza di una mamma:"La mia bimba si sveglia di notte urlando, la metto nel lettone con noi, ma non riesco a consolarla sempre".
La figura dell'educatore è spesso sottovalutata?
Enrico Piroddi è un fiume in piena e si lascia andare ad affermazioni quantomeno discutibili, che non verranno di certo dimenticate dall'opinione pubblica: "Se io piazzassi telecamere in ogni casa con figli minori, crede che non troverei un episodio un po’ violento?
Ma questo non significa non voler bene. Nei video forse i modi erano bruschi, mentre il fatto che i bimbi fossero legati non è vero. Erano normali cinture di sicurezza che hanno tutte le sdraiette" I genitori sono responsabili delle proprie azioni, verrebbe da rispondergli, ma chi viene pagato profumatamente per istruire, accudire e far giocare i loro figli non può in alcun modo permettersi di compiere gesti simili..
La domanda sorge spontanea: come assicurarci che gli educatori, più in generale tutti gli operatori che gravitano in strutture votate all'assistenza di minori, rispondano a un determinato profilo psicologico e abbiano sviluppato le giuste professionalità educative per lavorare nel privato sociale?
Come essere sicuri che i piccoli vengano tutelati e non maltrattati?
La realtà è che in Italia la professione dell'educatore viene spesso sottovalutata e la scarsa valorizzazione, accompagnata a scelte approssimative in fase di selezione,potrebbe rendere difficile individuare le cosiddette "mele marce". Qualcosa però inizia a muoversi: lo scorso giugno è stata approvata alla Camera una legge che introduce l'obbligo di laurea per gli educatori professionali e i pedagogisti, nonché una distinzione più accurata tra due tipi di figure: l'educatore professionale socio-pedagogico e quello socio-sanitario.