Intervistato da Rainews24, il presidente turco Recep #Erdogan ribadisce le accuse che aveva già rivolto nei giorni scorsi tramite altri media: le potenze occidentali si sarebbero schierate dalla parte dei golpisti, che volevano rimuovere il suo legittimo governo per fare spazio ad una giunta militare. Erdogan chiede all'Europa di "decidere da che parte stare", e sostiene che all'estero non dovrebbero preoccuparsi per le "purghe del giorno dopo", che il leader turco considera una questione interna. Da quando è stato sventato il presunto golpe ad oggi sono finite in manette oltre 20mila persone, mentre il numero di quelle sospese da incarichi è nettamente superiore.

Il monito di Erdogan alla Mogherini

Rivolgendosi alla Mogherini, nella sua veste di "Alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza", il presidente la invita in Turchia: "deve vedere e valutare la situazione, e non giudicare dall'esterno", facendo notare come la Mogherini sia volata immediatamente a Parigi dopo gli attentati che hanno insanguinato la Francia, mentre nessun membro dell'UE si è recato ad Ankara a seguito del tentato colpo di stato.

Gulen il nemico numero uno

Il presidente turco ribadisce con forza l'accusa al suo ex alleatoFethullah Gulen di essere il mandante ed il manovratore occulto del golpe, e definisce gli uomini a lui vicini "un gruppo criminale che cerca di passare per gruppo religioso".

Le purghe del dopo-golpe hanno riguardato per lo più persone vicine alle idee di Gulen, che fino a prima del tentato colpo di stato erano riconosciuti come "opposizione" a cui veniva garantita agibilità politica. Il golpe ha servito su un vassoio d'argento la possibilità a Erdogan di estromettere dall'apparato dello stato - non solo dalle forze armate - i fedeli di Gulen, che oggi sono guardati con sospetto da un'ampia porzione della popolazione.

Erdogan infine torna ad affrontare il tema della pena capitale, e della proposta di reintrodurla per punire i golpisti. Si dice pronto ad accettare quella che lui definisce "la volontà della maggioranza", anche a costo di rompere i negoziati con l'Unione Europea, che ormai sembrano comunque arenati.

Le indagini sul figlio maggiore Bilal

Solleticato sulla questione dell'indagine a carico del figlio maggioreBilal, su cui la magistratura bolognese indaga per riciclaggio, si spinge a minacciare ripercussioni diplomatiche con l'Italia, che secondo lui "dovrebbe occuparsi della mafia", e non di suo figlio.