Mario Tozzi, il noto geologo e divulgatore scientifico che da anni ci intrattiene e educa con le sue istruttive ed appassionanti trasmissioni tv, a poche ore dall'ennesimo terremoto che ha distrutto interi paesi nel rietino, riaprela polemica circa i mancati finanziamenti per la messa in sicurezza delle aree più sensibili per il rischio idrogeologico.
Un disastro annunciato
Un disastro annunciato, quindi, quello che si sta registrando in queste ore ad Amatrice, Pescara del Tronto, Arquata ed Accumoli. Annunciato non di certo perché un terremoto possa essere prevedibile, ma lo possono essere invece le conseguenze che una scossa tellurica di magnitudo 6.0 può provocare.
Ecco perché il geologo s'indigna profondamente davanti a queste scene drammatiche, davanti all'ancora crescente numero di vite spezzate, davanti al dolore delle persone che hanno perso qualche familiare e dei tanti che oggi non hanno più niente, neanche la loro casa.
Tutto questo si poteva evitare. Si, se solo i Governi passati avessero elaborato e disposto ingenti finanziamenti per la messa in sicurezza di buona parte del territorio italiana, che tra una frana e un terremoto sta letteralmente crollando a pezzi.
Le conseguenze dei terremoti in altre parti del mondo
Il noto geologo ci spiega come una scossa di magnitudo 6.0 in altre parti del mondo altamente sismiche - quali ad esempio la California e il Giappone - non provocherebbe mai delle distruzioni quasi totali delle zone abitative, e meno che mai potrebbe essere causa di così tanti morti.
Il perché è facile da comprendere. In quei Paesi, si è, nel corso degli ultimi decenni, fatto tantissimo affinché ogni edificio presente fosse costruito con tecniche antisismiche.
"Saper costruire bene è un'arte antica" dice Tozzi, che ci ricorda come diversi paesini i provincia de L'Aquila sette anni fa - in occasione del tragico terremoto che distrusse la città - rimasero quasi del tutto in piedi.
E questo perché ad esempio a Cerreto Sannita e a Santo Stefano di Sessanio si sapevano costruire bene gli edifici.
E allora - si domanda Mario Tozzi ed insieme a lui anche buona parte dei lettori e della indignata società civile - perché, sapendo che l'Italia è un territorio geologicamente giovane - quindi molto soggetto a scosse telluriche di assestamento - non si è fatto nulla per mettere in sicurezza tutti gli edifici presenti nei territori maggiormente a rischio? E l'unica risposta da escludere è quella della "fatalità".