Forum movimentato quello dei giornalisti palestinesi: in apertura dei lavori è stata presentata una petizione contro Google, il noto motore di ricerca, che ha inspiegabilmente fatto sparire dalle sue mappe on line il nome della Palestina.

La notizia di questa misteriosa cancellazione è arrivata dal web, precisamente dal sito Memo, che lavora spesso sulle notizie riguardanti il Medio Oriente. Il portale ha successivamentediffuso anche un sunto del comunicato stampa del Forum: il testo dellapetizione che boccia inesorabilmente la decisione di Google è sostenuto da oltre 140mila firme.

Il misfatto di Google

La cancellazione del nome della Palestina dalle cartine on line pare risalgaal 25 luglio scorso, ma è davvero molto semplice fare una verifica: se guardiamo Google Maps,vedremo che sono indicati diversi Paesi di quella zona ma, rispetto alla scheda di Wikipedia, manca proprio la Palestina.

Nella loro petizione, i giornalisti palestinesi attaccano duramente Google,tacciando il motore di ricerca di voler falsificare la storia, la geografia e il diritto che hanno i palestinesi alla propria terra, ma anche di aver messo in atto un tentativo di cancellare la memoria di quei territori e del mondo intero.

Naturalmente è stato ventilato subito il sospetto che la decisione di Mountain View sia stata in realtà programmata in concorso con Israele, che ambisce da sempre a cancellare la Palestina dalle cartine geografiche e ad essere lo Stato legittimato ad occupare quei luoghi.

Quando accadde il contrario

Per amore di verità, quello che è avvenuto ora è l'esatto contrario di quanto accadde tre anni or sono quando Google, nel momento in cui laPalestina si proclamò autonomamente estranea all'ONU,cambiò l'intestazione della pagina ad essa destinatada Territori Palestinesi a Palestina, scatenando ovviamente - anche allora - un mare di polemiche da parte di Israele.

In quell'occasione, il ministro degli Esteri israeliano Yigal Palmor attaccò vivacemente l'iniziativa, ma sostenne anche cheGoogle non era un’entità politica e che, di conseguenza, qualsiasi sua iniziativa non aveva il potere di cambiare lo stato dei fatti.

Il colosso statunitense rispose che prima di attuare cambiamenti alle sue mappe aveva interpellato autorità internazionali e seguito i dettami delle Nazioni Unite:chissà quale autorità avrà interpellato il 25 luglio di quest'anno?Vedremo se anche questa volta Google avrà spiegazioni accettabili da fornire al Forum dei giornalisti palestinesi.