Interi paesi crollati, macerie su macerie, la conta di morti, feriti e dispersi che sale a ogni ora, le immagini di persone che contemplano quella che era la loro casa, o forse l'azienda che avevano messo in piedi con i loro risparmi; impossibile, in queste giornate segnate dal Terremoto che ha colpito il centro Italia, ignorare il dramma umano in corso. Eppure il dramma umano non è l'unico che si sta svolgendo: le scosse telluriche hanno colpito gravemente anche il patrimonio culturale del nostro paese. Diversi tra i luoghi colpiti erano anche tra i borghi più belli d'Italia, come appunto Amatrice.

L'entità dei danni al patrimonio culturale italiano

Nella conferenza stampa tenutasi presso il Collegio Romano nel pomeriggio del 25 agosto 2016, il ministro per i Beni e le Attività Culturali Dario Franceschini ha stimato in 293 il numero dei beni immobili di rilevanza culturale danneggiati dalle scosse. Tali beni immobili sono allocati traLazio, Marche, Umbria e Abruzzo, in un arco di 20 km dall'epicentro del terremoto.

Già poche ore dopo le prime scosse, il Comando carabinieri del Nucleo tutela patrimonio artistico si è recato a verificare le condizioni di 50 degli edifici danneggiati, constatandone lo stato di crollo. Una prima ricognizione ha permesso di stilare una lista parziale dei monumenti danneggiati e del livello di tale danno.

Quali le contromisure a protezione del patrimonio culturale?

Antonia PasquaRecchia, segretario generale del Ministeroper i Beni e le Attività Culturali, ha dichiarato che sarà necessario attendere la fine delle scosse telluriche per un adeguato rilevamento dei danni. "Dobbiamo aspettare la fine dello sciame sismico, ma credo che dalla prossima settimana potremo procedere al rilevamento dei danni, quando ci sarà concesso di accedere secondo le misure di sicurezza previste dalla protezione civile."

Nel frattempo, le direttive in caso di danni per calamità naturali consentono la copertura dei beni per evitare ulteriori danneggiamenti causati dalle intemperie al patrimonio culturale e la messa in sicurezza delle macerie, vale a dire del materiale indispensabile per una futura ricostruzione.

Il Museo Civico di Amatrice non si arrende al terremoto

Il tetto del Museo Civico di Amatrice è crollatosugli affreschi del Duecento narranti le Storie della Vergine, sulle preziose croci e sulle statue di legno, nonché sulle tele di Nicola Filotesio, il pittore del XVI secolo conosciuto come Cola d’Amatrice. Non solo, stando a Brunella Fratolli, responsabile del Museo Civico,gli affreschi della Nascita della Vergine nel vecchio abside e quelli dipinti su uno dei grandi archi sono senza dubbio andati distrutti.

Ma il Museo Civico e Amatrice non si arrendono: ciò che potrà essere recuperato, sarà messo in salvo. Per accedere all'edificio sarà probabilmente aperto un foro dall’alto, da cui i vigili si caleranno. Il Museo Civico accoglieva più di 1000 visitatori ogni anno. Chissà che, se ristrutturato a dovere, non contribuisca alla ripresa della città.

Sono i comuni stessi a chiedere la ricostruzione dei beni soggetti a danni

"Dai comuni colpiti ci chiedono una ricostruzione dei borghi storici che sia fedele all'immagine che nei secoli questi centri storici hanno conservato, credo che sia una sfida che dovremmo raccogliere".Queste le parole del ministro Franceschini. E intanto, domenica 28 agostotutti gli incassi dei musei statali verranno devoluti ai terremotati. Il patrimonio culturale chiede aiuto, ma tende a sua volta una mano.