L’armatura di un guerriero, gioielli e ornamenti: non parliamo delle vetrine espositive di un museo, bensì dell’appartamento di un collezionista. Centinaia di #reperti archeologici sono stati sequestrati nelle scorse ore dai #Carabinieri di Piano di Sorrento, in provincia di Napoli, che hanno effettuato un blitz nell’abitazione di un noto professionista partenopeo. L’uomo, di professione medico, di 62 anni, è stato denunciato a piede libero: per lui le accuse sono di ricettazione ed impossessamento illecito dei beni culturali.

Una magnifica collezione: armature, anfore, stature

I militari si sono trovati di fronte ad una incredibile collezione di oltre 200 #reperti archeologici, imballati in scatole di cartone. Secondo gli esperti sul mercato nero gli oggetti rinvenuti avrebbero fruttare diversi milioni di euro. Nel dettaglio, ad essere sequestrati sono stati: l’armatura di un guerriero ricco trafugata da una tomba del V secolo a. C., anfore all’epoca usate per il trasporto di vino e olio, pezzi di statue, vasetti di terracotta, gioielli e ornamenti provenienti da tombe del VI secolo a. C. ed altro.

Il precedente a pochi chilometri

Non è la prima volta che le forze dell’ordine effettuano operazioni del genere in casa di professionisti alla ricerca di importanti #reperti.

Pochi mesi fa a Scafati, in provincia di Salerno, la guardia di finanza ha scoperto nell’appartamento di un commercialista tre anfore di età romana alte circa un metro ed altri pezzi di vasi.

La piaga dei “tombaroli” in provincia di Napoli

Il traffico illegale di #reperti archeologiciè particolarmente florido in zona e rappresenta una piaga per i siti di interesse storico dell’area.

Tanto che nell’area a sud di Napoli esiste una triste tradizione riguardante i cosiddetti #tombaroli. In diverse inchieste le forze dell’ordine hanno accertato come tombaroli “professionisti” originari di Castellammare di Stabia, Sant’Antonio Abate e Santa Maria la Carità (ultimamente dotati anche di macchinari sofisticati come i georadar oltre ai picconi e alle vanghe) riescono a vendere a collezionisti italiani (soprattutto Nord Italia) e stranieri (prima in Svizzera e poi negli Usa, in Inghilterra, più recentemente in Francia) quanto emerge dai terreni. Il prezzo poi, dipende da quanto è antico un reperto e di che materiale è fatto: il bronzo è molto ricercato e piccoli manufatti di questo materiale possono costare anche migliaia di euro.