Daniela Sanjuan è la ragazza di 14 anni che era scappata dalla comunità "Il piccolo carro" nel 2003, e i suoi resti sono stati rinvenuti in un bosco ben 10 anni più tardi. Il caso ha sollevato un polverone di polemiche per diverse situazioni anomale che sono apparse fin da subito poco chiare, la prima è come mai il confronto del Dna sui resti e quello della famiglia è stato fatto solo tre anni dopo, e perché nonostante la comunità avesse avuto il divieto da parte del tribunale dei minori ad accogliere i minorenni, abbiano continuato ad ospitare ragazzi con meno di 18 anni, compresa Daniela Sanjuan.

Troppi silenzi e ritardi in una vicenda che è stata da sempre mal gestita. Della vicenda si è occupata anche la trasmissione "Chi l'ha visto" nella puntata del 14 settembre

Caso Daniela Sanjuan: la scomparsa e il ritrovamento

Daniela Sanjuan era ospite della comunità "il piccolo carro" che si trova sui monti di Bettona in provincia di Perugia. Non era il primo allontanamento di Daniela, che più volte aveva tentato la fuga ma venendo sempre ritrovata e ricondotta in comunità. In uno di questi casi erano stati i carabinieri a trovarla, e dopo aver constatato che la struttura non fosse a norma secondo i divieti che non erano stati rispettati, chiede al tribunale dei minori se devono procedere al sequestro della struttura.

Non solo la risposta fu negativa, ma invitarono i carabinieri a ricondurre Daniela Sanjuan all'interno della struttura di Bettona. Vi rimase fino a quel giorno 23 ottobre 2003, quando fuggì per la sua ultima volta prima di sparire nel nulla. I resti ritrovati nel 2013 furono da subito attribuiti a lei, ma per avere il confronto del Dna si dovranno aspettare tre lunghi e incomprensibili anni.

La struttura macchiata da un'altra scomparsa

Sara Bosco è una ragazza di 16 anni che è stata ospite della stessa struttura di Daniela Sanjuan, entrata a maggio per intraprendere un ciclo di terapie per la sua tossicodipendenza. A giugno lascia la comunità eludendo la sorveglianza e fugge nuovamente verso Roma, dove la madre la troverà oramai morente, adagiata sul letto di un ospedale abbandonato. Ancora poco chiara la dinamica della fuga, anche se la struttura si difende dicendo che sono una comunità e non un carcere, e che le fughe possono avvenire senza che qualcuno se ne accorga.