I servizi segreti italiani hanno catturato in Sudan il noto reclutatore per l’ISIS Moez Ben Abdelkader Fezzani dopo quasi dieci anni di movimenti liberi da parte del jihadista.

La sua storia tra le cartelle dell’intelligence nasce nel periodo tra 1997 e il 2001, quando Moez faceva parte di una cellula terroristica Salafita che predicava il combattimento a Milano. Il suo compito era quello di chiamare e reclutare combattenti da inviare in vari paesi da attaccare per la guerra santa.

Viene arrestato nel 2007 dalla procura di Milano e rinchiuso a Guantanamo sotto il controllo degli Stati Uniti, poi nel 2009 l’estradizione in Italia (accordo tra Obama e Berlusconi) insieme ad altri e due: Riadh Nasri e Abdul bin Mohammed bin Ourgy.

La loro accusa era di aver fornito supporto logistico ad un gruppo Salafita, ricorrendo a sistemi di scambi di droga per autofinanziarsi.

I contatti aumentano con una prima lista di dieci persone tunisine e secondo il Pentagono nel centro culturale islamico di viale Jenner c’erano dei combattenti reclutati in quei anni di attività del gruppo.

Nel 2012 Fezzani viene assolto con l’espulsione dall’Italia ma durante il suo trasferimento a Malpensa riesce a fuggire lanciandosi fuori dall’auto della polizia. Per giorni si persero tracce ma fu ritrovato a Varese e nel 2014 viene condannato definitivamente per associazione a delinquere con finalità di terrorismo a Milano.

Intanto Moez, dopo un periodo di reclusione, viene trasferito in Tunisia dove si sposta in Libia per addestrare i mujaheddin.

Esce la falsa notizia della sua cattura e invece lui si sposta tra la Siria e la Libia per addestrare i combattenti.

Il nome di Moez Fezzani ricompare con gli attacchi in Francia nel 2015 tra le persone partite in Siria per unirsi all’ISIS. Ci sono sospetti che Fezzani abbia collaborato e progettato gli attacchi al Museo del Bardo e Sousse e dell’assalto a Ben Gardane. Inoltre si pensa fosse implicato nel sequestro di quattro tecnici della ditta Bonatti nel 2015.