Come Superga, quasi un’intera squadra della serie A brasiliana, la Chapecoense, è stata cancellata in un incidente aereo. E’ accaduto in Colombia, vicino a Medellin dove la squadra era diretta per affrontare l’incontro di calcio contro l’Atletico Nacional, valido per la gara di andata della finale di Copa Sudamericana.

L’incidente: ci sarebbero 15 sopravvissuti

L’aereo della compagnia charter Boliviana Lamia, con a bordo 81 persone, di cui 9 membri dell’equipaggio e 72 passeggeri, avrebbe comunicato alla torre di controllo dell’aeroporto di José Maria Cordoba di avere qualche problema all’impianto elettrico.

Il velivolo avrebbe tentato un atterraggio d’emergenza, senza però riuscire a raggiungere la pista e schiantandosi nelle vicinanze dell’aeroporto.

Secondo le autorità aeroportuali ci sarebbero 15 sopravvissuti, anche se altre fonti riportano un numero inferiore. Uno di loro sarebbe il 27enne terzino Alan Rushel, ora ricoverato all’ospedale di La Ceja, unico superstite della squadra.

L’aereo è scomparso dai radar alle 21.30 ora locale (2.30 ora italiana), mentre l’incidente è stato registrato alle 22.34 (4.34 ora italiana).

Tra le altre possibili cause o concause, oltre ai problemi all’impianto elettrico, si ipotizzano le condizioni meteorologiche particolarmente avverse e la quantità di carburante insufficiente.

Saranno le indagini a stabilirlo.

La tragedia di Superga

Questa nuova tragedia riporta alla memoria quella accaduta il 4 maggio del 1949, quando l’intera squadra del Grande Torino morì in un incidente aereo sulla collina di Superga, di ritorno da incontro amichevole di beneficenza disputato contro il Benfica.

Morirono tutte le 31 persone a bordo.

Tra le possibili cause si ravvisano la grave situazione di maltempo, con forte vento, temporali e scarsa visibilità, che si era abbattuta nell’area del capoluogo piemontese. E’ stato ipotizzato anche un malfunzionamento dell’altimetro che avrebbe indotto i piloti in errore.

Il Grande Torino fu una squadra leggendaria, una delle più forti mai avute nel campionato italiano di calcio.

Tra i calciatori che formavano questa squadra, c’era anche Valentino Mazzola, considerato da alcuni come il migliore giocatore italiano di sempre, padre del più noto Sandro Mazzola. Aveva 30 anni.

In quell’aereo c’erano anche alcuni giornalisti, tra cui Renato Tosatti (della Gazzetta del Popolo, padre di Giorgio), Renato Casalbore (fondatore di Tuttosport), Luigi Cavallero (La Stampa). Alcuni titolari della squadra non parteciparono alla trasferta portoghese a causa di scelte tecniche o infortuni vari. Si salvarono così per caso.