Sono tante le storie da raccontare. Storie di vita, di morte che ci parlano del nostro mare, ormai tinto di rosso, di paesi lontani, di case abbandonate, di disperazione. E mormorano parole spesso impercettibili, che cadono troppe volte nel gelo dell'indifferenza.Sono storie di speranze, di fughe da orrori, da guerre non volute, che si perdono nei racconti di scene da cancellare o nel silenzio della morte. E il 'viaggio', spesso l'ultimo, è l'estremo spiraglio di luce in esistenze spezzate, nella disperata ricerca di nuove vite, nuovi giorni, nuovi tempi per cercare di sopravvivere.

Lo sbarco

Ancora uno sbarco di disperati ieri, l'ennesimo, sulle coste della Sicilia, flagellate da un vento che porta ogni giorno masse di profughi. A Pozzallo la nave Hos Hestia, di Save the children, ha ospitato a bordo il misero carico di 300 migranti, tratti in salvo dalle acque di un mare ormai nemico. Tra questi il corpo, privo di vita, di una giovane donna di circa 30 anni, probabilmente originaria del Mali. Al suo fianco i figli, di 6 e 9 anni, due bambini, custodi dell'ultimo soffio di vita della loro madre.

E' l'ennesima tragedia umana, che non può lasciare indifferenti. I due bambini sono stati affidati ad una comunità di accoglienza per minori, individuata dalla prefettura di Ragusa, e supportati dagli psicologi di Save the children, ma le immagini dell'ultimo viaggio della loro giovane mamma difficilmente potranno essere cancellate.

Il selfie della cattura

Ha rotto il muro del silenzio e della paura un selfie, scattato da uno dei migranti, che ha permesso alla polizia locale di individuare lo scafista, un tunisino di 39 anni, subito arrestato. E' uno dei tanti uomini privi di scrupoli che, in un commercio umano impietoso, dalla Libia, su mezzi insicuri, cercano di portare questi disperati verso l'italia.

La nostra nazione è al collasso e ci si chiede, talvolta anche con rabbia,'fino a quando'. Crescono il malcontento e l'intolleranza in un paese che ha sempre dato prova di grande senso civico e umanità. Ma, intanto, pensiamo agli occhi di quei due bambini, nei quali ci sarà sempre il sorriso della loro mamma, spentosi nell'ultimo viaggio, quello verso la pace.