Ennesimo colpo di scena nelle fila della Camorra napoletana, arriva un'altra collaborazione con la giustizia e stavolta i riscontri a disposizione della magistratura potrebbero sollevare casi di rilevanza nazionale. Si pente Antonio Lo Russo, boss indiscusso dell'omonimo clan di Miano che venne arrestato a Nizza, dove si trovava nascosto per sfuggire ad un ordine di custodia cautelare in carcere. L'ex pupillo del clan dei cosiddetti "Capitoni di Miano" era stato descritto dagli altri collaboratori di giustizia come il capo indiscusso del sodalizio criminale, anche quando a tenere le redini ufficiali del clan era lo zio Mario Lo Russo.

All'epoca arrestato per aver violato gli obblighi della sorveglianza speciale e per detenzione di arma da fuoco, nella vicenda dove fu assassinato a colpi di pistola ai Colli Aminei, il genero del boss, Domenico Raffone.

La Camorra a Napoli ora ha un'altro nemico, si chiama Antonio Lo Russo

La notizia della sua collaborazione con la giustizia arriva come un fulmine a ciel sereno ed ora, dopo la recente mattanza che sta coinvolgendo i quartieri di Miano e Chiaiano, il nuovo pentito potrebbe confermare numerose vicende ed alleanze di Camorra rimaste al momento ancora segrete. Il clan Lo Russo è stato uno dei più importati e storici sodalizi criminali mai esistiti a Napoli e provincia. Egemoni di quartieri quali Piscinola, Marianella, Chiaiano, Miano e Capodimonte, hanno nel tempo stretto legami di amicizia e parentela con i più importanti e pericolosi clan camorristici di Napoli, prendendosi la nomina di "Capitoni", proprio per l'abilità nell'essere intrisi dappertutto.

Il clan Lo Russo entra nella storia dei collaboratori di giustizia

Con il pentimento dell'ex boss Antonio Lo Russo il vecchio clan di Miano potrebbe entrare nella storia dei pentiti. La sua collaborazione con la giustizia infatti, si aggiunge a quella principale del papà Salvatore, smentita e dimenticata nei quartieri a suon di proiettili e sangue proprio dal figlio.

Successivamente toccò a Mario Lo Russo, zio di Antonio e di recente, a dare il colpo di grazia al clan ci aveva pensato l'ultimo dei fratelli, Carlo Lo Russo, accusato anche di essere il mandate dell'omicidio di Gennaro Izzi, freddato brutalmente all'interno del Rione Vincenzo Janfolla nel quartiere Miano.