23 novembre 1980, ore 19:34. La terra trema in Irpinia e Basilicata con una potenza devastante di magnitudo 6.9 della scala Richter. Novanta secondi di puro terrore che causarono 2.914 vittime, la distruzione totale di 18 comuni e più di 300 mila sfollati. Intere popolazioni abbandonate a se stesse, prede di sciacalli e delle rigide temperature invernali. Strade dissestate e collegamenti resi impossibili che impedirono il raggiungimento dei luoghi devastati. Un dramma nel dramma per i sopravvissuti che da soli dovettero provvedere a delle sistemazioni di fortuna, utilizzando materassi e lenzuola come tende improvvisate.

Uno Stato impotente davanti alla forza devastatrice della natura, incapace di coordinare i soccorsi anche a causa della mancanza di un'organizzazione come la Protezione Civile che fosse capace di coordinare mezzi e risorse in maniera tempestiva. Il Presidente della Repubblica Pertini decise di sorvolare le zone colpite dal sisma e denunciò, in un discorso televisivo rivolto alla nazione, il ritardo dei soccorsi che arrivarono solamente dopo 5 giorni. Le dure parole del presidente causarono la rimozione del prefetto di Avellino Lobefalo e le dimissioni del ministro dell'Interno Rognoni. Un ulteriore effetto del discorso del Capo dello Stato fu l'immediata mobilitazione di un gran numero di volontari che furono di grande aiuto specialmente nella prima settimana del sisma.

Lo Stato mise a disposizione 13 mila miliardi di lire per la realizzazione di impianti industriali e nuove infrastrutture. Molte di quelle aziende sono oggi chiuse, ma altre continuano a vivere come la Ferrero di Balvano e di Sant'Angelo dei Lombardi. Tuttavia la ricostruzione in Irpinia fu uno dei maggiori casi di speculazione su un dramma, come testimoniano le varie inchieste della magistratura.

Oggi, a distanza di 36 anni, le polemiche sui fondi erogati ancora non si placano del tutto. I costi ufficiali della ricostruzione sono stati contabilizzati in 29 milioni di euro, anche a causa di una ricostruzione resa ancora più costosa dall'allargamento del cratere, comprendente non solo irpinia e Basilicata, ma anche la Puglia.

Nell'anniversario del tragico evento sismico, il ricordo va a tutte le vittime e ai loro famigliari, a coloro che sopravvissero, ma che persero in un minuto e mezzo i sacrifici di una vita intera e ai volontari sempre in prima linea.