Pif, all'anagrafe Pierfrancesco Diliberto, ha un dono speciale: è capace di trattare con ironia e leggerezza i problemi e le tragedie dell'Italia, senza risultare mai banale. Caratteristiche che ne hanno fatto uno dei maggiori interpreti della moderna commedia italiana e che lo hanno condotto agli onori della critica.
Ieri sera è andata in onda su Rai Uno il suo nuovo progetto ovvero la prima puntata della serie 'La mafia uccide solo d'estate', ispirata all'omonimo film di successo che fece incetta di premi nel 2013. La volontà di Pif, regista e voce narrante, è di raccontare uno spaccato della Palermo degli anni '70 dal punto di vista di un bambino, Salvatore, e dei rapporti della sua famiglia "normale" con la mafia.
Un po' autobiografico un po' sana invenzione e un po' realtà nuda e cruda, il fulcro della fiction sono le dinamiche quotidiane di questo nucleo familiare palermitano che desidera solo una vita decente. Ma per raggiungere questa aspirazione, è costretta a scendere a dei piccoli compromessi. Ed è proprio qui che Pif mostra le sue qualità da regista, dando vita a un parallelismo con Palermo che, di compromesso in compromesso, è stata ceduta alla mafia, perdendo la sua bellezza innata.
La visione della puntata non è risultata un 'mattone', anzi la fluidità del racconto ha consentito di seguire passo dopo passo le vicende di un dramma che hanno caratterizzato l'Italia intera. Già il film fu molto apprezzato dalla critica e si prospetta per la fiction un successo di egual portata.
Una vittoria annunciata che proietta Pif nell'olimpo dei registi italiani grazie alla sua capacità di narrare con estrema precisione emozionale avvenimenti importanti e di un certo peso civile, senza scadere nella omologazione e nella banalità. Una evoluzione professionale che lo ha portato a confrontarsi con il mondo della regia e a dimostrare una attenzione magistrale ad ogni aspetto della realtà, condita con sapienti dosi di leggerezza. Perchè è proprio l'ironia, il suo marchio di fabbrica, a coinvolgere lo spettatore e a indurlo a riflettere anche dopo i titoli di coda.