Per sbarcare il lunario ed incassare con facilità un'ingente somma aveva pensato di ricattare nientemeno che i carabinieri. E' andata male, però, a un agricoltore 60enne di Mantova che, nelle ultime ore, è stato arrestato. L'uomo aveva telefonato ai militari, reclamando 300.000 euro. In caso contrario avrebbe commesso attentati ai treni. Quelle telefonate, però, erano state registrate e grazie ad esse i carabinieri sono riusciti ad identificare e mettere in manette il 60enne ricattatore.

Carabinieri avevano trovato una lettera anonima nella cassetta della posta

300.000 euro per non commettere attentati ai treni. Questa la cifra che l'agricoltore mantovano aveva chiesto ai carabinieri. L'uomo, a quanto pare, aveva già messo dei blocchi di cemento sui binari della ferrovia Suzzara-Parma, mettendo in pericolo la vita di molti passeggeri. Un treno, infatti, aveva urtato i blocchi ma fortunatamente nessuno era rimasto ferito.

Alla fine i carabinieri, nella notte tra venerdì e sabato scorsi, sono riusciti ad individuare l'estorsore che, secondo le prime indiscrezioni, ha agito per ragioni famigliari ed economiche. La vicenda è iniziata lo scorso 12 dicembre, quando i carabinieri di Suzzara (Mantova) hanno trovato nella cassetta della posta della caserma una lettera anonima in cui si chiedevano 300.000 euro per evitare attentati ai treni.

Le telefonate anonime ai carabinieri

3 giorni dopo il ritrovamento della missiva minatoria, ai militari era arrivata una telefonata anonima con cui venivano richiesti sempre 300.000 euro per scongiurare la collocazione di vari blocchi di cemento sui binari della tratta-ferroviaria Suzzara-Parma. Effettivamente, dopo 4 ore da quella telefonata, un convoglio è andato a finire contro alcuni massi di cemento posizionati sui binari, nelle vicinanze di Suzzara.

Nessuno dei passeggeri, per fortuna, è rimasto ferito. I carabinieri, nei giorni successivi, hanno ricevuto altre telefonate anonime che richiedevano la stessa somma.

Le indagini per scoprire il misterioso estorsore sono partite dopo il ritrovamento della missiva anonima nella cassetta delle lettere della caserma dei carabinieri.