La ricerca della vita aliena è una questione presa molto seriamente sia dalla Scienza che dall'ufologia. Purtroppo, nonostante le numerose teorie che si avvicendano, non abbiamo ancora la tecnologia adatta per stabilire su quale dei corpi celesti che abbiamo puntato i nostri telescopi fiorisca la vita. Dal SETI vengono registrati numerosi segnali, che appaiono artificiali, ciò ci farebbe supporre che oltre noi qualcun altro abiti l'universo. Ma possiamo sperare di ottenere dei dati certi sulla vita aliena? Se è si, quando?
Ancora cinque anni per trovare gli alieni
Nei prossimi cinque anni potremmo avere la tecnologia adeguata per stabilire se su un determinato pianeta fiorisca la vita aliena. Gli scienziati sono particolarmente interessati ad un pianeta, che è anche molto vicino alla Terra e presenterebbe tutte le caratteristiche per ospitare la vita aliena. Il suo nome è Proxima b, un pianeta orbitante attorno Proxima Centauri, distante solo 4.24 anni luce. Certo, detta così potrebbe sembrare davvero molto vicino, peccato che in termini astronomici 4.24 anni luce equivalgono a cira 39.734.219.272.543,4844 chilometri. Ma allora come facciamo a determinare se la vita aliena fiorisca su Proxima b?
Nuevo método que podría ayudar a la búsqueda de vida extraterrestre en otros mundos | @SPACEdotcom https://t.co/SEJiIMAB5m
— SETIInstitute_es (@SETIInstituto) 4 gennaio 2017
Non ci riusciremo mai?
Come riporta Space.com, dobbiamo aspettare almeno il 2030 per avere la tecnologia necessaria che ci permetterà di stabilire con sicurezza se un pianeta ospiti la vita aliena o meno.
Infatti, sono in cantiere due progetti di enormi telescopi che verranno completati nella prossima decade. Il primo si chiama Giant Magellan Telescope, che sarà completato nel 2021 e l'altro European Extremely Large Telescope che vedrà la luce nel 2024. La maggior parte dei candidati all'ospitare la vita aliena sono stati scoperti dall'osservatorio spaziale Kepler nei passati sei anni.
Ma scorgere solo pianeti, non basta a stabilire se la vita possa fiorire, poiché non riusciamo ad accumulare dati certi sulle loro caratteristiche, come la composizione dell'atmosfera o le condizioni climatiche. Ma non bisogna scoraggiarsi, negli ultimi anni abbiamo fatto passi da gigante nella ricerca degli alieni e non escludiamo il fatto che possano essere loro a venire da noi. Infatti il SETI ha rilasciato un protocollo da seguire in caso di invasione aliena.