A quattro giorni dalla slavina che ha raso al suolo l'Hotel Rigopiano a Farindola sul Gran Sasso, continuano in condizioni difficili e senza sosta le ricerche dei soccorritori, aggrappati con tutte le loro forze alla speranza di trovare altri superstiti tra le macerie. “Abbiamo speranze di trovare persone vive nell'albergo”, ha affermato Luca Cari, responsabile comunicazione dei vigili del fuoco. “Il fatto che non si sentono voci non vuol dire che sotto l'accumulo di neve e detriti qualcuno degli occupanti dell'albergo non sia riuscito a mettersi in salvo”, gli fa eco Luca Verna, direttore dei soccorsi dei vigili del fuoco.

Una speranza che in queste ora sta unendo tutti gli italiani..

I carabinieri forestali del servizio Meteomont hanno fornito dati impressionanti sulla furia della slavina che si è scatenata sull’hotel rigopiano: la pressione esercitata è stata pari a quella di 4mila tir a pieno carico e la neve correva a 50/100 km orari. "E' stata una bomba, mi sono ritrovato i pilastri addosso. Ero seduto sul divano e i pilastri sono scivolati in avanti tagliandolo in due. Ci siamo salvati per questo". ha raccontato Vincenzo Forti, uno dei superstiti dell'hotel Rigopiano. L'attuale bilancio della tragedia è di 5 morti e 9 nove persone tratte in salvo.

Intanto sale a 24 il bilancio dei dispersi. Una coppia che ha lasciato l'albergo il giorno prima del disastro, grazie all'intervento di uno spazzaneve, ha infatti segnalato la presenza nel resort di un ragazzo senegalese lavoratore dell'albergo.

Sarebbe Faye Dame, alto circa un metro e ottanta, di circa 30 anni. Il direttore dell'hotel, Bruno Di Tommaso, ha confermato agli inquirenti la presenza dell'africano. Si apprende in queste ore che il giorno della valanga Di tommaso aveva chiesto formalmente un intervento delle autorità competenti, perchè la situazione in albergo stava diventando preoccupante e i clienti erano terrorizzati per le scosse di Terremoto.

Intanto la macchina dei soccorsi continua ad andare avanti con determinazione. I soccorritori che hanno tratto in salvo di 4 bambini ieri hanno rifiutato di fermarsi al termine del loro turno ed hanno continuato a lavorare. "Certe volte è così e anzi bisogna dire loro di fermarsi e riposare - spiegano alcuni soccorritori - d'altra parte però si tratta di squadre che hanno ormai familiarità con l'ambiente in cui operare e questo è indubbiamente un vantaggio”.