Dj Fabo è morto. Ora la nostra domanda è semplice: speculando su questa tragedia, che legge volete? Volete il sistema svizzero, che sopprime un disabile a listino prezzi? Hitler almeno i disabili li eliminava gratis”. È questa una delle frasi incriminate, postate sulla sua pagina Facebook da Mario Adinolfi subito dopo l’avvenuto suicidio assistito a cui si era sottoposto dj Fabo in Svizzera. Parole in libertà che gli sono costate la sospensione dal social di Mark Zuckerberg. E il popolo di Facebook si divide sul fatto se sia giusto attuare la censura anche su opinioni ritenute scomode e non politically correct.

Qui di seguito, i post più significativi, compreso quello della moglie Silvia Pardolesi. Intanto, Marco Cappato, dopo averlo annunciato su Twitter, si reca dai carabinieri di Milano per autodenunciarsi per il reato di ‘aiuto al suicidio’.

I post pro e contro Adinolfi

“È vergognoso che ancora una volta, per un'opinione difforme rispetto al politically correct, mio marito Mario sia stato censurato da Facebook. Per un mese non potrà né postare né rispondere a messaggi privati. Forza amore”. Lo scrive sul suo profilo Fb Silvia Pardolesi, moglie del leader del Popolo della Famiglia. Su quello del marito, invece, sospeso come detto per un mese, ne appaiono molti altri. La maggior parte sono in difesa delle ‘ragioni’ del corpulento politico cattolico, ma non mancano i critici.

Facendo riferimento ai post cancellati di Adinolfi (tra l’altro ancora facilmente reperibili sul web), Alessandro Capriccioli scrive: “Io credo che alle persone sarebbe stato molto utile leggere quei post, se non altro per rendersi conto del punto al quale certi personaggi sono capaci di spingersi: e perciò sono convinto che silenziare Adinolfi abbia significato, in buona sostanza, salvarlo da se stesso, facendone al contempo una specie di piccolo martire del libero pensiero”.

Dello stesso tenore anche l’opinione di Errico Buonanno: “Lo disprezzo e lo detesto. Perciò: quanto mi piacerebbe riuscire a trovare una ragione valida per dire che sia giusto il blocco Facebook di Mario Adinolfi. Ma non la trovo. Non la trovo”.

“Non voglio assolutamente commentare il post del suddetto giornalista: è provocatorio e da troll.

Non si confutano le trollate”, taglia corto Marco Lamperti. Non mancano però i paladini del fondamentalismo cattolico. “Mario Adinolfi non mette a confronto la scelta di dj Fabo con la mattanza hitleriana - prova a difenderlo Daniela Scavolini - ma questa con lo scenario che si aprirebbe qualora venisse promulgata una legge sull'eutanasia”. “Come per l'aborto, così per l'eutanasia è troppo comodo etichettare chi difende la vita, come bigotto, arci-iper-ultra ortodosso e mi baso solo sull'esperienza personale - scrive il diacono Marco Fasulo - perché il dolore non è per forza una disgrazia”.